SAN CIPRIANO D’AVERSA – Si sono svolti in forma strettamente privata a San Cipriano di Aversa (Caserta) i funerali di Vincenzo Schiavone, 37 anni, ritenuto il cassiere della fazione del clan camorristico dei “casalesi” guidata da Francesco Schiavone, detto ” Sandokan”.
Vincenzo Schiavone è morto la notte scorsa nella propria abitazione, dove si trovava agli arresti domiciliari, dopo una lunga malattia. Il beneficio degli arresti domiciliari era stato concesso a Vincenzo Schiavone – stesso cognome del capo storico dei casalesi, ma nessun legame di parentela – per la gravità delle sue condizioni di salute. La salma di Vincenzo Schiavone, per disposizione del questore di Caserta Guido Longo, che ha vietato le esequie in forma solenne, è stata trasportata e tumulata nel cimitero di Casal di Principe. Il cassiere dei “casalesi” fu arrestato il 25 aprile, nella notte di Pasqua, dagli agenti delle squadre mobili di Caserta ed Avellino, dopo una latitanza di circa tre anni.
Era ricoverato sotto falso nome in una clinica di Sant’Angelo dei Lombardi, tranquillo Comune dell’ Irpinia, in seguito ad un ictus che gli aveva provocato la parziale paralisi di una gamba. Quando i poliziotti fecero irruzione nella casa di cura lo trovarono su di una sedia a rotelle. Il giovane affiliato dei casalesi, soprannominato “copertone”, per i rapporti di parentela con venditori di pneumatici, era ritenuto dagli investigatori l’ esattore del clan, ma anche il promotore di estorsioni ai danni di imprenditori dell’ area aversana.
Vincenzo Schiavone era riuscì a sfuggire alla cattura nel 2008 nel corso di un’operazione coordinata dalla DDA di Napoli, nella quale furono coinvolte circa 100 persone ritenute in qualche modo collegate al clan dei casalesi. La polizia gli sequestrò, però, un computer nel quale erano contenuti i dati relativi alle estorsioni ed ai prestiti usurai del clan. Schiavone era stato trasferito nel centro clinico del carcere di Secondigliano, a Napoli. Pur essendo inserito tra i 100 latitanti più pericolosi d’Italia, Vincenzo Schiavone, non avrebbe partecipato a fatti di sangue nei quali sono stati coinvolti, invece, numerosi esponenti dei casalesi.