«220 ettari, 30 immobili tra cui abitazioni, una scuola, una chiesa, svariati capannoni. Un vero e proprio borgo agricolo all’interno del quale lavoravano e vivevano centinaia e centinaia di abitanti. E’ stata anche la sede della Cirio. Poi è finita nelle mani dei clan di Sandokan Schiavone e Bidognetti. Grazie a quanto emerso dal processo cd. Spartacus1, e quindi dai successivi procedimenti giudiziari, questo luogo è stato confiscato e destinato al comune di Santa Maria la Fossa.
Potrebbe essere la più grande azienda agricola confiscata del Mezzogiorno d’Italia, tra le più grandi d’Italia. Potrebbe essere al centro di una Rete di Economia Sociale per determinare un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo. E invece, nonostante le tante promesse, le tante parole spese, i tanti impegni assunti e non mantenuti, resta lì, inutilizzata e abbandonata. Servirebbero investimenti e progettualità condivise, ed invece si lascia tutto sulle spalle di un’amministrazione comunale che non può da sola fronteggiare una tale impresa. Il Tema del Festival dell’Impegno Civile di quest’anno è proprio “Facciamo l’impresa. A Ri.pro.va. (riutilizzo, promozione, valorizzazione) del bene”. Per questo sabato mattina saremo lì con il flashmob “Balziamoci su” che vuole riaccendere i riflettori sulla Balzana al grido “il nostro futuro ha radice in questa terra”». Nel giorno in cui risuoneranno le note della tammorra contro la camorra, è questo l’appello lanciato dal Comitato Don Peppe Diana e dal Coordinamento Provinciale di Libera Caserta, promotori del Festival dell’Impegno Civile/Le Terre di Don Peppe Diana che sabato mattina, dalle 11,00, saranno nella tenuta di Santa Maria la Fossa con un’iniziativa che vuole far tornare al centro dell’agenda politica e istituzionale il riutilizzo di questo bene «perché torni a dare lavoro e torni ad essere fonte di reddito, perché è il peggiore segnale che ci possa essere il lasciare abbandonato un bene che invece la camorra metteva a frutto, perché esistono esempi virtuosi che possono essere seguiti e replicati, perché non ci arrendiamo alla banalità del “non può essere altrimenti”, e con la testa dura di chi ancora ci crede, proviamo a costruire un’altra utopia della realtà sulle Terre di Don Peppe Diana».
Nel pomeriggio, poi, la prima kermesse italiana ad essere interamente realizzata sui beni sottratti alle mafie, farà tappa a Quindici nell’avellinese. Qui, dalle 16 e fino a sera, nell’ex villa dei Graziano, oggi “Villa CentoQuindiciPassi”, sarà presentato il progetto che trasformerà questo luogo in un maglificio. E ancora workshop, degustazioni e il concerto dei “Makardia. Musica del popolo”.
Sempre sabato, ma a San Cipriano d’Aversa, dalle 18,00 nel bene confiscato di vico II Caterino, l’atteso incontro con lo scrittore e giornalista Giovanni Tizian, costretto a vivere sotto scorta per la sua attività di denuncia contro la ‘ndrangheta e le sue infiltrazioni nel nord Italia. Con lui, in un incontro moderato da Michele Docimo di Notizie Migranti, la giornalista Ilaria Urbani che presenterà il suo libro “La buona novella”, dedicato a Don Peppe Diana, nel quale si raccolgono le storie dei “preti di frontiera” della Campania.
Tutte le iniziative di questi giorni sono dedicati alla memoria viva delle vittime della strage di via D’Amelio e di tutte le vittime delle mafie.