Il Comitato provinciale della Federazione Italiana di Atletica Leggera esprime rammarico per il raid alla sede della società Arca Atletica Aversa Agro Aversano. La struttura è stata data alle fiamme e molti oggetti sono stati trafugati.

“L’Arca Atletica Aversa-Agro Aversano – si legge nella nota – è una delle società sportive più “antiche” della provincia di Caserta, viene fondata da un gruppo di giovanissimi nell’ormai lontano 1969, sugli entusiasmi che portarono la prima edizione dei Giochi della Gioventù. Da sempre fucina di campioni, vanta tra i suoi tanti primati circa un centinaio di titoli italiani, una quarantina di maglie azzurre e ben 4500 tesserati nel suoi 44 anni di vita ininterrotta è società insignita dal CONI della Stella d’Argento al Merito Sportivo, dalle sue fila sono nati campioni, ma anche dirigenti importanti per lo sport italiano”.

“Sempre senza una struttura per l’atletica in città, da anni la società si barcamena tra gli impianti di atletica sorti nell’agro aversano, Casal di Principe e Villa Literno tra i primi, oggi ricordi arcaici di strutture sportive una volta efficaci, San Marcellino, che ormai da circa un decennio ospita lo squadrone aversano, che ne ha approfittato per dare vita ad un connubio con la locale Scuola Media,.un progetto che ha visto nascere a decine belle speranze giovanili dell’atletica campana. Restava ad Aversa una pedana per lanciare il martello ed il disco all’epoca costruita nell’ex Ospedale Psichiatrico e un deposito in quello che fu il vecchio padiglione “Leonardo Bianchi”, poi ceduto dall’ASL ce2 al Comune e nel quale in attesa di ulteriori destinazione si continuava a tenere le coppe, i trofei, il materiale accumulato in circa 50 anni di storia sportiva”.

“Il gesto balordo dei soliti ignoti, ha mandato quasi tutto in fumo, una serie di incendi appiccati in più parti del locali ha infatti fatto sì che il patrimonio di una vita andasse in fumo. Bruciate tutte le maglie storiche della Straversana, documenti, annuari, risultati, trafugati anche coppe e trofei. Storia di ordinaria disperazione di una terra che pare proprio non avere futuro, oppure un segnale, l’ennesimo di chi vuole che anche la Maddalena sia libera per operazioni future ed “importanti”? Alla società aversana ora non resta che lasciare questi luoghi, una scommessa persa che era partita da quel connubio con Franco Rotelli, allora direttore dell’ASL, che credeva fermamente nel superamento dei manicomi e nella riconversione di queste strutture. Un sogno morto anzi bruciato per sempre”.

“Ora il presidente della società, Vittorio Savino, ha scritto al sindaco di Aversa, per donargli quel che resta e trovare a questo materiale una sede degna. Il tutto per non perdere la memoria di circa 50 anni di storia dello sport aversano, ma anche per dare un segnale forte di continuità , l’atletica, lo sport non può fermarsi così. Una sola nota sul ruolo sociale che questa società ha avuto nel corso degli anni, in 45 anni nessuno dei suoi atleti ha mai pagato una sola lira per fare sport, ma forse a queste latitudini questo non basta. Esprimiamo la piena solidarietà alla dirigenza e alla società tutta, esempio unico di tradizione, cultura e lavoro eroico dello sport casertano”.

 

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