ORTA DI ATELLA – Quello del problema dei roghi tossici a Orta di Atella e la relativa discussione in seno all’amministrazione comunale su come intraprendere una qualche strada verso ipotesi di soluzione per un’emergenza ambientale a dir poco funesti per i cittadini non solo di Orta, ma dell’intero Agro aversano e della cosiddetta Terra dei fuochi, sembra essere quasi un matrimonio che, per dirla con Manzoni, non s’ha da fare.
Dopo l’annunciato consiglio comunale aperto monotematico sui roghi tossici che nelle scorse settimane aveva mobilitato le associazioni e le forze politiche presenti sul territorio, e il successivo declassamento a semplice punto all’ordine del giorno del consiglio comunale svoltosi nella mattinata di giovedì, infatti, le reazioni, soprattutto da parte delle realtà associative in prima linea sul fronte della tutela ambientale del territorio, erano state di forte sdegno, tanto da spingerli ad annunciare una forte protesta prevista proprio in occasione del consiglio comunale. Sdegno che però, purtroppo, è rimasto solo nelle buone intenzioni dei pochi attivisti che proprio durante il consiglio hanno raggiunto l’aula consiliare, muniti di bavaglio sul volto, a simboleggiare la volontà della maggioranza di voler impedire il dibattito sulla grave emergenza roghi.
La stessa maggioranza che, come testimoniato dagli attivisti dell’associazione “Laboratorio di idee – Massimo Stanzione”, motore principale delle numerose iniziative anti roghi intraprese con successo nelle scorse settimane, ha confermato tali impressioni quando ha deciso, durante gli interventi dei consiglieri di opposizione sul punto specifico, di abbandonare quasi per intero l’aula consiliare manifestando in tal modo, secondo gli stessi attivisti, totale disinteresse per un’emergenza tanto grave quale quella dei roghi tossici. Di fronte a tale comportamento, ha sottolineato da parte sua il consigliere di opposizione, Francesco Piccirillo, «…ci siamo visti costretti ad abbandonare l’aula per la scarsa attenzione dimostrata su un punto tanto delicato. Dopo che il sindaco, seguito da tre consiglieri di maggioranza, e successivamente anche dal segretario, hanno abbandonato l’aula senza il minimo preavviso, infatti, il presidente in virtù soprattutto dell’assenza del segretario non ha potuto far altro che sospendere il consiglio comunale. E di fronte alla sospensione, noi per protesta siamo andati via». La seduta non è più ricominciata per mancanza del numero legale, per cui domani (venerdì 2 agosto) i lavori del consiglio dovrebbero riprendere in seconda convocazione.
Vincenzo Viglione