NAPOLI – ”La casa è del sistema e non si può ragionare con chi ha voluto questo, quindi tornatevene a Modena e non tornate più”. I capi della cosca, Giuseppe e Salvatore Mele, facevano anche questo a Pianura, quartiere della periferia di Napoli dove da tempo avevano il controllo delle attività illegali.

Sono stati arrestati, insieme ad altre tre persone, con l’accusa di estorsione. E tra i casi c’è anche quello di una signora, legittima assegnataria di un appartamento di edilizia residenziale pubblica e costretta dal ”sistema” a lasciare la sua casa altrimenti sarebbe stata uccisa. Le minacce, per la proprietaria dell’immobile erano all’ordine del giorno: ”Sei una emigrante e per la nostra legge la casa disabitata non si tiene, quindi prendi 400 euro e vai via! La casa serve a Peppe e quindi devi andare via”. E il suo non è certo l’unico caso. Estorsioni, i fratelli Mele, conosciuti come “i figli ‘e Giulietta”, le hanno messe in atto anche nei confronti di un titolare di un’attività commerciale di rivendita di autoveicoli costretto ad applicare uno sconto di tremila euro sull’acquisto di alcune auto. Ed ancora, un artigiano che lavora nel cimitero di Pianura, invece, è stato costretto a versare la somma mensile di 200 euro per continuare a lavorare. Sono stati i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli e gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli ad eseguire il decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia. In un mese e mezzo, a Pianura, sono stati ben tre gli omicidi. I Mele, dal momento della loro scarcerazione – Giuseppe è tornato in libertà solo lo scorso mese di maggio – hanno radunato un agguerrito gruppo di fedeli affiliati in nome della precedente militanza nel clan Marfella ed hanno acquisito il ‘controllo’ di Pianura.

 

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