CASERTA – Gli interventi del Vescovo emerito di Caserta Raffaele Nogaro, dell’ex direttore della Cappella Palatina Giuseppe De Nitto, dell’ex Assessore comunale Pasquale Sarnelli, del prof. Francesco Citarella ed altri, che hanno espresso dubbi e forti interrogativi sull’inserimento della Reggia di Caserta nel Polo Museale di Napoli e Caserta, trovano concorde il Movimento politico di “Speranza Provinciale”, anche in riferimento all’incapacità culturale e politica nella gestione della cosa pubblica.

 

Ricordiamo che il Gruppo Consiliare di “Speranza per Caserta”, con i Consiglieri Comunali Naim ed Apperti, ha sollevato il tema già oltre un anno fa, presentando specifiche interrogazioni volte a contrastare disattenzioni istituzionali verso un bene comune di inestimabile valore e volano di sviluppo culturale, sociale ed economico, insieme ad altre eccellenze culturali ed enogastronomiche, di cui il nostro territorio è straordinariamente ricco. In sintesi il Gruppo di SpC poneva l’attenzione sul Decreto Legislativo 42/2004, cosiddetto “Codice dei Beni Culturali”, che individua nell’attività di tutela e valorizzazione i due fondamentali atti a preservare la memoria della comunità e lo sviluppo della cultura e chiedeva al Sindaco Del Gaudio e all’Assessore al ramo quali azioni intendevano intraprendere nei rapporti con la Soprintendenza BAPSAE della provincia di Caserta e Benevento per il rispetto delle norme in vigore e per incentivare il turismo, lo sviluppo culturale, sociale ed economico, la fruizione degli spazi pubblici ed altre specifiche attività per assicurarne il godimento alla collettività, dopo aver assistito alle immagini televisive che immortalavano lo stato di degrado del nostro importante sito Unesco.

 

In sostanza si è riusciti a stimolare un’azione che ha visto l’istituzione di un Tavolo di concertazione tra Soggetti istituzionali fino ad interessare il Ministro Bray, più volte ospite della nostra città anche in forma anonima, che è stato il promotore del decreto che prevede la nascita di una Soprintendenza speciale denominata “Polo Museale di Napoli e Caserta”.

Da un punto di vista giuridico non è ancora chiaro come sarà strutturata la nuova Soprintendenza, così come non si conosce ancora il ruolo che potranno assumere i privati (fa ben sperare che nel costituito Gruppo di Lavoro il Ministro Bray abbia nominato, tra gli altri, l’archeologo, storico dell’arte e scrittore Salvatore Settis, difensore dei beni comuni a favore delle odierne generazioni e di quelle future).

Nell’attesa dei decreti attuativi il Movimento di Speranza Provinciale desidera lanciare un appello al Ministro Bray per scongiurare il rischio di relegare il nostro Monumento Vanvitelliano a diventare Cenerentola di Napoli, ma di valorizzare il nostro sito Unesco con l’aggiunta di altri monumenti in pericolo di degrado e scarso utilizzo, come la Reggia di Carditello, l’Anfiteatro Campano, la Basilica di S. Angelo in Formis, i monumenti del periodo medioevale e le chiese di Sessa Aurunca e le altre straordinarie realtà naturali, quali ad esempio la Cipresseta di Fontegreca o paleontologiche, come ad esempio le Ciampate del Diavolo di Tora e Piccilli.

La Reggia di Caserta è l’emblema della città riconosciuta in tutto il mondo. Tra Caserta e la sua Reggia esiste un legame forte, inscindibile, identitario che vincola lo stato dei siti reali borbonici (insieme a San Leucio e all’Acquedotto Carolino), la loro fruizione turistica e l’economia della nostra città, che vogliamo difendere e proteggere ad ogni costo e preservare per le future generazioni.

Per questo motivo piuttosto che concentrarsi sul Polo Museale perché non soffermarsi su di un Polo Vanvitelliano per lo sviluppo del nostro territorio?

 

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