ORTA DI ATELLA – Se le istituzioni tacciono sul disastro ambientale di cui è preda la cosiddetta Terra dei fuochi, non altrettanto fa la mano criminale che proprio all’indomani dell’intervista all’ex boss della camorra Carmine Schiavone, in cui rivela i retroscena dei lunghi anni di intrecci tra politica e camorra nel business dei rifiuti, torna a colpire con violenza su un territorio storico sotto il profilo delle emergenze ambientali.


Arriva da Orta di Atella, infatti, la notizia del rogo che ha interessato il capannone ex sede dell’Eurocompost, azienda attiva nella produzione di fertilizzanti fino al 2008, anno in cui, in seguito alle durissime proteste organizzate dalla popolazione contro i forti miasmi che appestavano le notti non solo di Orta ma anche di molti comuni limitrofi, in seguito alle irregolarità riscontrate nei processi di produzione fu chiusa definitivamente.

Chiusura che però non ha messo la parola fine alla storia dello stabilimento che negli anni seguenti, nonostante fosse sottoposto a sequestro, è stato oggetto di numerosi atti vandalici e di diversi episodi di incendio, ultimo dei quali, stamattina appunto ha interessato il capannone nel quale, secondo le testimonianze dei rappresentanti delle associazioni  da anni impegnati nelle battaglie ambientali del territorio, erano stipate grosse quantità di residui delle lavorazioni che in passato si realizzavano nell’impianto.

«Ancora una volta – sottolinea Enzo Tosti dell’associazione “Massimo Stanzione” – siamo costretti a registrare la tragica conclusione nella quale vanno in fumo, è il caso di dire, anni di impegno passati a segnalare, proprio in relazione all’area ex Eurocompost, sia al comune che all’amministrazione giudiziaria e alle forze dell’ordine i rischi e la pericolosità di situazioni che si perdono nel tipico scaricabarile delle istituzioni nostrane per poi riapparire in fenomeni come quello del rogo di stamattina nel quale è bene ricordarlo, ci rimettiamo poi tutti».

«Alla luce di quanto accaduto – conclude Tosti – riteniamo doveroso valutare la necessità di procedere ad un’ulteriore denuncia nei confronti del Sindaco affinché, non solo si accertino le responsabilità in merito all’incendio avvenuto nell’area lavorazione, ma si possa mantenere alta l’attenzione in modo da scongiurare la stessa sorte per i locali che in passato erano destinati ad uffici, anche questi ampiamente vandalizzati, e soprattutto per i locali nei quali sono ancora presenti solventi utilizzati in passato nelle attività di analisi dell’azienda».

 

Vincenzo Viglione

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