«L’Europa deve accompagnare e sostenere i progetti di contrasto alla criminalità organizzata che partono dal riutilizzo dei beni confiscati. Per questo, da domani a sabato, accompagneremo il vicepresidente del consiglio europeo Pittella nel tour che ha organizzato tra i patrimoni sottratti ai clan della Campania» lo affermano in una nota congiunta Antonio Amato e Flora Beneduce, Presidente e Vicepresidente della commissione regionale sui beni confiscati della Campania .
«Quella italiana resta la legislazione europea più avanzata in materia di contrasto al crimine organizzato soprattutto in materia di sequestro e confisca dei beni appartenuti alle mafie. Tuttavia, il lavoro svolto in questi anni dalla commissione ha fotografato grandi sofferenze: in Campania, quasi un terzo dei 1500 immobili confiscati non si possono consegnare perché gravati da ipoteca o occupati, solo il 2% delle 367 aziende confiscate sono ancora attive sul mercato, migliaia di beni mobili, innanzitutto autovetture confiscate o sequestrate restano abbandonate a custodia giudiziaria con un carico oneroso diventato enorme. E ancora progetti di riutilizzo che stentano a decollare, impreparazione delle amministrazioni locali a gestire la materia, difficoltà dei consorzi preposti, un’Agenzia Nazionale in perenne affanno. Nonostante tutto questo» affermano Amato e Beneduce «si sono sviluppati importanti progetti di riutilizzo, esperienze che, a partire dal casertano, dimostrano la possibilità di costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile e inclusivo proprio a partire dal riutilizzo dei questi patrimoni. Ma serve che le istituzioni mettano al centro della propria agenda questo fondamentale tema, sostenendo con convinzione le progettualità in campo e quelle che si possono sviluppare, a partire dal riutilizzo delle aziende. L’Europa è un interlocutore fondamentale, per questo accompagneremo l’Onorevole Pittella tra il casertano, il napoletano e anche a Quindici, tappa che abbiamo fortemente voluto perché proprio con fondi europei si sta provando a far nascere un maglificio nella villa confiscata ai Graziano. Purtroppo in questo specifico caso, come sulla legge regionale sui beni confiscati, approvata da più un anno ma rimasta in gran parte inattuata, scontiamo gravi ritardi della Regione. Un peccato perché è un’ottima legge riconosciuta tale anche al recente tavolo tra le regioni del sud in previsione della costruzione della macroregione della legalità. Abbiamo sollevato più volte in consiglio la questione, finora le risposte non sono arrivate, e solo l’assessorato all’agricoltura ha attivato la buona prassi di premialità garantite per progetti che nascono su beni confiscati. Ecco, questo è un esempio che porteremo a Pittella perché venga sostenuto dal Parlamento Europeo, ma serve un’inversione di tendenza di tutte le istituzioni» concludono Presidente e Vicepreside della commissione regionale «Quello della vendita dei beni, già nella normativa nazionale, è un’extema ratio e, per diverse ragioni, non può essere la strada maestra che resta, invece, quella del riutilizzo a fini sociali e produttivi. Tante cooperative lo fanno con grandi risultati, troppe volte le istituzioni più che aiutarle creano difficoltà. E’ questo il principale nodo da sciogliere»