Chiuso il mercato della ricostruzione, il Napoli si lancia verso un nuovo e divertente ciclo. Con Benitez, agli antipodi rispetto a Mazzarri sotto vari profili, il Napoli ha dovuto cambiare tanto. Uomini dall’estero, un’altra preparazione, un calcio diverso, che ha cambiato interamente il volto degli azzurri. Il mercato, iniziato in maniera ottimale, è finito, però, con qualche malumore dell’ambiente. Il Napoli è incompleto nonostante siano avanzati circa quaranta milioni.

Il tifoso che è chiamato a spendere soldi tra pay per view, stadio e addirittura amichevoli, sente giustamente suoi quei soldi rimasti in cassa e avrebbe voluto vedere un Napoli completo, forte dietro così come in avanti. Il difensore di spessore e il centrocampista dai piedi buoni non sono arrivati, nonostante la disponibilità. Un peccato se si pensa a quanto di buono è stato fatto per costruire un attacco forte, di primo livello. Sembra quasi un destino beffardo per gli azzurri quello di finire il mercato da eterna incompleta. Gennaio è lontano tante partite da qui e non ha senso parlarne, soprattutto perché i giocatori buoni difficilmente si liberano in questo periodo, salvo sopravvalutazioni inopportune in tempi di fair play finanziario. I soldi in cassa, però, potrebbero tramutarsi in opportunità per i tifosi. Le casse floride, infatti, non giustificherebbero una politica di prezzi alti, soprattutto in un settore ampio come i Distinti. Quest’ultimo dovrebbe essere l’unica opportunità per quei tifosi che non sono da curva e non possono, nello stesso tempo, permettersi di spendere tanti soldi per una gara. Il tifoso che paga la pay per view contribuendo alla ricchezza delle casse del club non merita, oggi che avanzano fior di quattrini, dei prezzi poco accessibili per lo stadio. Analizzando i reparti, è evidente che tra i pali c’è stato un miglioramento con Rafael in luogo di Rosati. Reina ha più esperienza e una migliore confidenza con il pallone rispetto a De Sanctis. La difesa, invece, ne esce indebolita. L’innesto ottimo di Albiol non può compensare la contemporanea uscita di Campagnaro e Gamberini. Sugli esterni, inoltre, c’è da lavorare molto sotto il profilo tattico con Zuniga, Maggio e Armero predisposti per giocare con tre difensori alle loro spalle. Il centrocampo è rimasto identico al passato se si considera che Benitez ritiene centrocampisti quei giocatori che occupano la zona centrale della mediana. L’attacco, così come la porta, risulta migliorato, soprattutto in termini numerici. L’uscita di Cavani e Calaiò è stata ben compensata dall’arrivo della stella Higuain, del giovane Zapata e delle ali Callejon e Mertens, che il tecnico considera punte. Il vero colpo del mercato resta, tuttavia, il tecnico. Benitez è un allenatore di prima fascia, da top club, abituato a vincere anche con le squadre non candidate alla vittoria finale. Rafa è abituato a vincere ma non bisogna pretendere sin da subito il risultato finale. Il tecnico è all’inizio di un percorso e questo Napoli non rispecchia ancora l’undici che ha in mente. La Juve resta favorita per quanto riguarda il torneo interno per affiatamento e omogeneità. Tuttavia, come ricorda Don Rafè, non sempre vincono i più forti e il Napoli è lì, anche se incompleto.

 

Marcello Pelillo

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