Cinico e padrone. Essenziale e spumeggiante. Sbadato e malandrino. È il Napoli di Benitez, che piega 2-1 i vicecampioni d’Europa in carica; è il Napoli di Higuain, che sbiadisce il ricordo di Cavani gonfiando una rete dopo l’altra; è il Napoli di Insigne, della sua favola, del pupillo di una città intera che si prende il suo posto da grande con un gol meraviglioso: è il Napoli che si esalta in Europa, è il Napoli che non vuole smettere di stupire e di sognare, è un Napoli semplicemente da impazzire.
Benitez preferisce Britos a Cannavaro e davanti sceglie Insigne, che respira l’aria della Champions League per la prima volta nella sua carriera. Tra i tedeschi resta fuori il capocannoniere della Bundesliga Aubameyang. Spazio al trio Blaszczvkowski-Mkhitaryan-Reus dietro il bomber Lewandowski. Brividi all’inno della Champions, brividi al secondo minuto quando Britos perde palla da ultimo uomo e parte il contropiede tedesco che non si concretizza. Lo scampato pericolo mette la carica al Napoli: Callejon esalta il San Paolo con un pressing difensivo infinito, Insigne e Maggio con due magie in un fazzoletto di campo. Proprio dal destro dello scugnizzo napoletano al 13′ arriva la prima occasione azzurra, con il tiro a incrociare che esce di un niente.
Qualche minuto dopo è Higuain a liberare il destro dopo una bella accelerazione ma Subotic in scivolata si immola a togliergli il pallone. Klopp chiede calma ai suoi che iniziano a mettere palla a terra, guadagnare metri e, nonostante i fischi assordanti dello stadio, a farsi pericolosi: al 24′ Reina copre lo specchio in uscita a Lewandowski e Zuniga alza di testa la ribattuta al volo di Reus. Sull’angolo seguente Britos anticipa Hummels mentre Subotic, nella mischia, viene colpito duro ed è costretto ad uscire dal campo per farsi medicare il sopracciglio sinistro che sanguina copiosamente. È l’episodio chiave del primo tempo, perché durante i minuti necessari alla medicazione il Napoli si riversa in attacco, guadagna un corner e, sugli sviluppi del calcio piazzato trova la rete: cross velenoso di Zuniga, Higuain anticipa Schmelzer e fa tremare lo stadio. E mentre il boato dei sessantamila fa risuonare il nome del Pipita, Klopp viene espulso per le furiose proteste dopo il gol subito, proprio a causa del ritardo nel rientro del difensore centrale.
Behrami su Mkhitaryan, Britos su Blaszczykowski, Schmelzer su Higuain: tre gialli in pochi minuti, con il tedesco a rischiare anche la seconda ammonizione per una manata in faccia a Hamsik. Finale di tempo con Hummels ko per un infortunio muscolare, in campo va Aubameyang che vede dall’attacco Higuain involarsi verso la porta tedesca, gli si fa incontro Weidenfeller che fuori area intercetta con la mano il pallonetto dell’argentino: a Proença non sfugge il tocco del portiere ospite che si avvia anzitempo negli spogliatoi, dentro il secondo portiere Langerak che prende il posto di Blaszczykowski e che Higuain impegna subito su punizione, ultima emozione prima dell’intervallo. Sotto di un gol e di un uomo, con una formazione sbilanciata in avanti, il Borussia Dortmund si presenta in campo nella ripresa con un 4-4-1 per coprirsi e ripartire, puntando sulla velocità di Aubameyang. Ma il Napoli controlla, lascia solo un’iniziativa rapidissima al gabonese e poi chiude i conti dopo una ventina di minuti. Un Magnifico, un capolavoro da fermo, firmato Lorenzo Insigne.
Il suo destro è una pennellata, un gioiello dalla traiettoria imparabile che accarezza la traversa e si infila nel sacco per una rete da sogno, una carezza dolce a tutto il suo popolo da abbracciare, sotto la curva, senza la maglia, dentro la pelle azzurra. Il tutto sotto gli occhi di Prandelli, che già lo vede in Brasile, con un altro azzurro addosso. E dopo il destro di Aubameyang che fa tremare la traversa qualche minuto più tardi, Benitez decide di concedere anche l’ovazione del San Paolo sia allo scugnizzo di Frattamaggiore che al Pipita, con Mertens e Pandev in campo. A questo punto il Napoli molla le redini e lascia spazi pericolosissimi a un Dortmund infuriato: Britos mette in difficoltà Reina con un altro disimpegno allegro, poi è Zuniga a inventarsi un autogol clamoroso di esterno destro per anticipare Aubameyang.
A quattro minuti dal termine è 2-1, e quando Reus si presenta ai venti metri a battere una punizione tutto lo stadio teme la beffa, salutando la parata di Reina e l’uscita seguente dello spagnolo a bloccare il cross con un boato da gol. Tempo scaduto, Mesto per Hamsik ultimo cambio per guadagnare tempo, l’ultimo assalto tedesco respinto, il triplice fischio: anche i vicecampioni d’Europa devono inchinarsi, il Napoli d’Europa non teme nessuno.