Martedì 15 ottobre, presso il Centro Culturale Sant’Agostino, dalle 17.30 alle 20.00, anche Caserta ricorda i novanta anni della nascita di Italo Calvino. Un’occasione preziosa per ripensare la città alla luce delle numerose suggestioni dello scrittore che alle città “felici che si nascondono dentro quelle infelici”, al dialogo tra i saperi e le conoscenze, ha dedicato numerosi testi e romanzi.
Leggere Caserta con Calvino, questo il titolo e il tema dell’incontro, intende promuovere, oltre alla conoscenza della poetica dell’Autore, anche una rilettura dei suoi testi in chiave contemporanea e calata nel nostro complesso momento storico. In particolare, riprendendo le suggestioni delle Lezioni americane, cinque intellettuali studiosi e protagonisti della vita cittadina si interrogano sulle parole che Calvino aveva individuato quali proposte per il nuovo millennio. Indicazioni valide per la letteratura ma anche per la vita civile (i due aspetti erano inscindibili per Calvino).
Così, alla luce delle personali esperienze professionali e della sensibilità di lettori e lettrici, cinque protagonisti della vita culturale casertana rileggeranno le parole calviniane cercando rimandi, criticità e possibilità nella vita della città. Raffaele Cutillo, architetto, affronterà il tema della Visibilità, Gennaro Iannotti, avvocato, rileggerà la Molteplicità, Paola Servillo, insegnante e operatrice culturale si occuperà della Leggerezza, Antonino Testa, ricercatore, della Rapidità, Eugenio Tescione, psicologo e psicoterapeuta, della Esattezza. Marilena Lucente, insegnante e scrittrice, introdurrà la figura dell’Autore e condurrà l’incontro. Presenti anche gli attori Roberto Solofria e Antimo Navarra del Teatro Civico 14, che leggeranno una Interviste impossibili (di cui Calvino è stato il primo autore).
L’incontro è stato promosso dall’Associazione liberalibri e ha il patrocinio del Comune di Caserta. La manifestazione aderisce all’iniziativa Posto Occupato: “un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza. Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nella società. Questo posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga”. Un gesto semplice, una sedia vuota nella sala, ma dall’importante valore simbolico.