Un avvocato e un assistente capo della polizia di stato in servizio presso la questura di Caserta sono stati arrestati dai colleghi della Squadra Mobile con l’accusa di corruzione proprio e falso ideologico. Reati finalizzati al rilascio o al rinnovo di permessi di soggiorno a persone prive dei requisiti in cambio di una tangente.

Accuse pesantissime che hanno indotto il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a disporre gli arresti domiciliari per Giovanni Ferrara, residente a Capua, e Alessandro Ruotolo, avvocato residente a Casagiove.

Le indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere- Sezione reati contro la P.A., delegate alla Squadra Mobile di Caserta e all’Aliquota della P.S della Sez. di P.G. della Procura della Rep. di S. Maria C.V., hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati, nonché di numerosi stranieri di nazionalità cinese interessati alle pratiche di competenza della Questura di Caserta.

Le indagini hanno accertato la strumentalizzazione delle attività professionali dei destinatari delle misure cautelari, la funzione pubblica per il Ferrara (addetto all’Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta con il compito di istruire le pratiche esprimendo poi il parere circa l’accettazione della domanda dell’interessato), ed il servizio di pubblica necessità per il Ruotolo (avvocato), che per illecite finalità di lucro avevano dato vita ad un vero e proprio sistema corruttivo ben consolidato.

La misura cautelare costituisce l’epilogo di una meticolosa indagine che traeva spunto da un esposto anonimo,relativo a presunte condotte illecite poste in essere dal citato poliziotto all’epoca in cui prestava servizio presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Caserta,e sviluppate attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali verifiche documentali svolte su pratiche trattate dal Ferrara, che permettevano di acquisire inequivocabili riscontri agli elementi rilevati dalle intercettazioni.

In particolare, le indagini rilevavano che Ruotolo si rivolgeva a Ferrara per agevolare (anche attraverso la produzione di documenti falsi (ad es. buste paghe, accettate dal Ferrara anche se relative a periodi) in ordine all’attività lavorativa svolta dagli stranieri nonché la distruzione o l’occultamento da parte del Ferrara di richieste di accertamenti volte a verificare la veridicità dei requisiti indicati nella documentazione prodotta dagli interessati a sostegno della domanda di permesso o di rinnovo oppure non evidenziando nella ed scheda di decretazione anomalie impeditive all’accoglimento della domanda,e dunque) sebbene non ne ricorressero i requisiti e le condizioni di Legge per il rinnovo o il rilascio di permessi di soggiorno di stranieri di cui il Ruotolo aveva assunto, informalmente, il patrocinio, ricevendo in cambio somme di denaro che divideva con il Ferrara.

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