ALIFE. La pioggia ha reso solo più solenne il momento. Oggi, 2 novembre, nel giorno dedicato ai defunti, la comunità di Alife ha scritto una pagina importante della sua storia: nel pomeriggio, alle 15, è stato inaugurato il nuovo cimitero.

Alla manifestazione hanno parteciperanno, tra gli altri, il vescovo della diocesi di Alife e Caiazzo, Valentino Di Cerbo, il parroco della città, Domenico La Cerra, il comandante della stazione dei carabinieri Giovanni Aceto e, nelle vesti di padroni di casa, il sindaco Giuseppe Avecone, il vicesindaco Gabriele Venditti e gli amministratori comunali. Presenti anche l’amministratore del consorzio di costruttori Italgeco di Roma, Salvatore Liquori, dell’amministratore della società di ingegneria Progeca di Capodrise, Vincenzo Caputo, e del direttore tecnico, Domenico Porfidia. Doveva esserci pure il presidente della Provincia Domenico Zinzi, che per un impegno familiare improvviso ha dovuto declinare l’invito. Annullato il corteo da piazza Vescovado, le autorità religiose, civili e militari e i tantissimi cittadini che, nonostante le avverse condizioni meteorologiche, non hanno voluto mancare all’evento, si sono ritrovati nell’area deputata alle funzioni religiose. Lì, il vescovo Di Cerbo ha consacrato il luogo, ha benedetto la croce lignea e l’altare e ha celebrato la messa. «Quella del cimitero – ha ribadito Avecone – era un’opera da tempo attesa, verso la quale abbiamo indirizzato grande attenzione e di cui andiamo molto fieri. Il bel complesso architettonico è già parte integrante della città, ma era doveroso renderlo un luogo sacro, ed è questo che abbiamo fatto nel pomeriggio». Il complesso, il cui importo lavori è stato circa 2 milioni e 400mila euro, si estende su una superficie di 16mila metri quadrati ed è dotato di un parcheggio che può contenere 150 posti auto. All’interno della struttura sono stati realizzati 1200 loculi, divisi in moduli di varia grandezza e in 108 cappelle gentilizie da 6 urne sovrapporte, cui si sono aggiunti 2 campi di inumazione per 40 salma. L’opera è stata ideata e costruita attraverso una formula di partenariato pubblico-privato, il contratto di concessione, grazie alla quale al Comune spetta solo l’onere del controllo. Sono state le due società appaltatrici, l’Italimpianti e la Liquori Emilio (entrambe nel consorzio Italgeco), a reperire i mezzi finanziari necessari per edificare i manufatti, risorse che stanno rientrando dalla vendita di loculi e cappelle. «Il ricorso al mercato – ha argomentato il vicesindaco Venditti, con delega ai lavori pubblici – è una scelta dettata dalla crisi di liquidità che ha investito le amministrazioni pubbliche. L’incontro tra le istituzioni e le imprese si sta rivelando, tuttavia, un’occasione preziosa per ottenere infrastrutture a costo zero avvalendosi della competenza tecnica del settore privato, a tutto vantaggio dell’interesse pubblico».

 

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