«Fare tutto il possibile per salvaguardare i diritti dei lavoratori impegnati nella realizzazione del Crescent». E’ immediata la reazione di Luigi Ciancio, segretario regionale della Feneal Uil Campania, alla notizia del sequestro dell’opera salernitana. Il cantiere che sorge sul lungomare del capoluogo campano impiega, fra cantiere e indotto, un centinaio di lavoratori. Un colpo da non sottovalutare per l’economia locale, al quale bisogna porre rimedio velocemente.

«Attenzione però – chiarisce subito Ciancio –. Non diamo, e non vogliamo attardarci a dare, un giudizio né sull’operato di chi conduce le indagini da tempo, né su chi ha gestito la procedura che ha poi dato il via libera all’apertura del cantiere. Dare un verdetto, come giusto che sia, toccherà agli organi competenti». Le preoccupazioni del sindacato sono rivolte alle conseguenze occupazionali, e umane, che questa storia avrà su quanti erano impegnati nella realizzazione dell’opera, sull’impresa e sull’immagine dell’Italia, viste le lungaggini e la farraginosità che la selva oscura legislativa genera sulla macchina giudiziaria del nostro Paese. Nonostante la nostra nazione sia indiscutibilmente più giovane di Francia ed Inghilterra, fa registrare più leggi di tutte e due i Paesi messi assieme, e non sembra che a quelle latitudini accada ciò che avviene da noi. Questo caso, come per l’ormai trentennale vicenda del famigerato svincolo di Fratte, ci dovrebbe far riflettere sulla necessità di costruire un quadro legislativo che dia certezze a tutti. «Dal canto nostro – conclude il segretario regionale degli edili – siamo pronti a fare tutto quello che è in nostro potere per individuare la strada più opportuna per mettere al sicuro questi lavoratori. Persone che perdono una certezza economica in un periodo di grandi insicurezze e di crisi profonda, per lavoratori ed edilizia in modo particolare».

 

 

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