Giornata fondamentale per la vertenza Indesit. Urne aperte anche nello stabilimento di Teverola – Carinaro dove gli operai hanno iniziato a votare il referendum per ratificare l’accordo separato siglato da Fim-Cisl, Uilm e Ugl al Ministero dello Sviluppo economico. Accordo che la Fiom non ha firmato ritenendo il piano presentato dall’amministratore delegato Milani non adeguato a garantire il futuro di tutti gli stabilimenti del gruppo sul territorio italiano. Lo spoglio delle schede dovrebbe iniziare intorno alle 15,00 di oggi, subito dopo il voto degli operai del turno che inizia alle 14,00 e finisce alle 22.

Il piano prevede il rinnovo quasi totale della gamma di prodotti a più alto valore aggiunto realizzati in Italia, in termini sia di prestazioni che di competitività, e i 3 poli industriali italiani del Gruppo saranno ridisegnati con interventi di riassetto che verranno implementati nel periodo 2014­2016. Il sito di Fabriano (AN) sarà il centro esclusivo per la produzione ad alto contenuto d’innovazione di forni da incasso (producendo anche quelli oggi realizzati in Polonia), di forni di piccole dimensioni (oggi realizzati in Spagna) e di prodotti speciali per la cottura. Il sito di Comunanza (AP) sarà il centro per l’innovazione e la produzione di lavabiancheria di alta gamma a carica frontale. Il sito di Caserta infine sarà il centro esclusivo per la produzione di frigoriferi da incasso ad alto contenuto d’innovazione (producendo anche quelli oggi realizzati in Turchia) e dei piani cottura a gas da incasso (oggi prodotti a Fabriano e originariamente destinati in parte alla produzione in Polonia). Oltre al consolidamento in Italia delle produzioni a più alto valore aggiunto già esistenti, verranno quindi trasferite nei siti italiani nuove produzioni dalla Polonia, dalla Spagna e dalla Turchia, mentre le produzioni italiane di bassa gamma non più sostenibili (principalmente destinate ai Paesi dell’Est) saranno riallocate in Paesi a miglior costo. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali, che sarà possibile grazie all’Accordo tra le parti e previa autorizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, permetterà di riorganizzare le attività produttive tutelando al meglio i lavoratori e senza perdere le competenze professionali, in vista dei benefici attesi dagli investimenti e del prevedibile recupero dei mercati.

Gli operai arrivano a questo referendum sfiancati da una vertenza lunghissima che ha visto decine di mobilitazioni. Il si, almeno negli stabilimenti di Caserta, dovrebbe prevalere ma nel segreto dell’urna tutto può accadere.

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