MARCIANISE Domani, 4 novembre 2011, teatro e letteratura saranno protagonisti al Club Etnie in Piazza Umberto I di Marcianise. L’appuntamento è per le ore 20.30. Sotto i riflettori l’attore Roberto Solofria e lo scrittore Antonio Trillicoso.

Roberto Solofria, direttore artistico del Teatro Civico 14 di Caserta, interpreterà il monologo “Il Macero”. La storia racconta la vita di un ragazzo e l’esperienze che inevitabilmente, l’ambiente in cui è nato, gli impone di vivere. La decisione di cambiare “programma”. La scelta di essere in-differente (anche lui come chi lo ospiterà). Parlare. Abbattere il muro del silenzio.

La decisione di non subire ma di comunicare il disagio di gente che non ci sta a certi meccanismi. L’allontanamento fisico e morale dalla sua terra. Quella terra che un tempo era Terra di Lavoro ed oggi è terra di macerie: “ Ho buttato via i vestiti che ancora puzzavano di quella puzza orribile di sangue congelato, mi sono fatto portare alla stazione e mi sono detto, con rabbia, che non tornerò mai più al mio paese”.

La storia, ambientata nell’Agro aversano, è tratta dal romanzo «Sandokan – storia di camorra» dello scrittore milanese Nanni Balestrini. Più che indugiare sulla storia del notfamigerato camorrista, Solofria fa parlare l’uomo, il giovane. La narrazione dei fatti storici è accennata in maniera ‘trasversale’, è ai margini, necessaria esclusivamente per rendere il suo monologo lucido ed efficace. Parlano gli uomini, il loro dolore, la loro rabbia.

Antonio Trillicoso, invece, presenterà il suo ultimo libro “Io Casalese – un ragazzo di Casal di Principe racconta la terra dei clan”, Diana Edizioni . In questo libro il protagonista è un ragazzo di sedici anni che comincia ad interrogarsi sulla vita. Non accetta di convivere in una città assediata e che rifiuta. Percepisce come un fardello il binomio casalesi-delinquenti. Viene fuori dal libro la voglia di avere una vita normale perchè la maggior parte dei casalesi e degli abitanti dei paesi vicini sono persone oneste. Hanno sogni e progetti ma sono costretti a vivere una vita difficile.

La copertina del libro raffigura il ragazzo seduto su una pistola. La scelta dell’immagine rappresenta la consapevolezza della realtà difficile in cui il giovane vive ma che vuole emergere come tanti. Definito dalla stampa “l’altra faccia di Gomorra, vuole essere l’altra faccia dei Casalesi”.

Serena Li Calzi

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