L’ha accoltellata decine di volte, praticamente sotto gli occhi dei figli di due e cinque anni che si trovavano in un’altra stanza e che, udite le grida delle madre, sono usciti per chiedere aiuto ai vicini di casa. Paolo Prisco, 39 anni, insegnante precario di religione, ha ferito gravemente la moglie Paola, dalla quale era separato da alcuni mesi; poi ha tentato di tagliarsi le vene dei polsi e, infine, si è lanciato dal balcone di casa, al quarto piano, morendo sul colpo per l’impatto sull’asfalto. La tragedia familiare si è svolta questa mattina ad Aversa, in un edificio di via dell’Archeologia.

Paola Guglielmi, 36 anni, è stata ricoverata in ospedale e sottoposta subito a intervento chirurgico. I medici hanno impiegato due ore per suturarle tutte le ferite: i fendenti del marito l’hanno raggiunta al volto, all’addome, al torace, ma senza causarle lesioni mortali. Per i sanitari è fuori pericolo di vita ma la prognosi resta riservata, con particolare riferimento a due ferite ai polmoni. La stessa Paola, psicologa, è riuscita dopo l’intervento a parlare con i carabinieri, raccontando di essere stata vittima già in passato di aggressioni da parte del marito. Pugni, schiaffi che la donna aveva preferito non denunciare, ma che avevano contribuito fortemente alla scelta della separazione dal marito, insegnante di religione precario, costretto ad accettare supplenze in giro per l’Italia, l’ultima conclusa una settimana fa in Emilia-Romagna. Una difficile condizione lavorativa, forse non estranea allo stress che aveva minato negli ultimi tempi il rapporto tra i due. Con la separazione e la lontananza forzata, comunque, Paola sperava che le violenze da parte del marito fossero ormai archiviate.

E invece, stamane, quando l’uomo si reca a casa per incontrare i due bambini, il raptus lo travolge. Sono trascorse da poco le 10. Tra marito e moglie scoppia l’ennesima lite, a porte chiuse per non spaventare i figli rimasti in una stanza vicina. Poi Paola vede il coltello da cucina nelle mani del marito, e apre l’uscio gridando ai figli di uscire e chiedere aiuto. Lui la colpisce, ripetutamente, e intanto il piccolo di cinque anni bussa alla porta dei vicini di casa, che chiamano i carabinieri. Ma è già troppo tardi: Paolo Prisco vede la moglie sul pavimento in un lago di sangue, probabilmente è convinto di averla uccisa. Prova a tagliarsi le vene con un coltello seghettato, poi esce sul balcone e si lancia nel vuoto

 

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