”Quello e’ un posto maledetto, dove fanno spesso rapine ed a terra e’ pieno di siringhe”. Cosi’ dice ai cronisti dell’Ansa, Giovanni Cannavacciuolo, agente di polizia in pensione, padre di Carlo, il giovane veterinario ucciso questa notte durante un tentativo di rapina.
Il padre – che ha lavorato per anni all’ ufficio denunce della Questura di Napoli – ha reagito alla notizia con grande compostezza. Una delle piste seguite dagli investigatori e’ quella di un tentativo di rapina attuato da tossicodipendenti, forse giunti da un altro comune vicino. S. Maria la Carita’ e’ confinante con Castellammare di Stabia. Carlo Cannavacciuolo, stava compiendo il tirocinio da veterinario a Pompei. Era il penultimo di quattro figli. I fratelli sono emigrati a Milano, Treviso, ed in Sardegna. La madre, Carmela, e’ impiegata al Comune di Gragnano. Allegro, appassionato di ballo, campione di liscio, il 27 enne aveva l’ hobby della musica e suonava la tromba.