Ci sono nuove prospettive per la cura del mesotelioma pleurico, tumore provocato principalmente dall’esposizione all’amianto. Un team di ricercatori italiani, guidato da Antonio Giordano, e che lavorano tra l’Istituto Tumori di Napoli-CROM, le università di Siena e Philadelphia, ha infatti identificato nuove terapie molecolari promettenti per il trattamento di questo cancro, che potrebbero essere velocemente applicate a livello clinico. Il mesotelioma è un tumore molto aggressivo, spesso diagnosticato tardivamente e con una sopravvivenza media inferiore a due anni. In due diversi studi i ricercatori hanno testato l’efficacia di nuove terapie molecolari.
Nel primo, pubblicato sulla rivista ‘Cell Cycle’, hanno verificato l’effetto di nuovi agenti antitumorali su cellule di mesotelioma. ”Abbiamo utilizzato dei farmaci ideati per riattivare la proteina p53 – spiega Francesca Pentimalli, coordinatrice dello studio – uno dei più importanti ‘oncosoppressori’, che viene disattivato nella maggior parte dei tumori. Nel mesotelioma la p53 è inattivata da alterazioni nel suo percorso. Tra i due farmaci usati per bersagliare la proteina p53 con diversi meccanismi d’azione, uno in particolare, Rita, si è rivelato molto tossico solo per le cellule tumorali, inducendone la morte programmata”. Il trattamento con questo farmaco ha funzionato associato al cisplatino, un chemioterapico. Nel secondo lavoro, pubblicato su ‘Cancer Biology and Therapy’, è stato testato per la prima volta nel mesotelioma un nuovo farmaco, l’MK-1775, un inibitore della proteina WEE1, in combinazione con il cisplatino. ”Questi nostri studi – commenta Antonio giordano, Direttore dell’Istituto Sbarro per la Ricerca sul Cancro e Medicina Molecolare di Philadelphia – vogliono identificare nuove terapie molecolari promettenti per il trattamento del mesotelioma che potrebbero essere velocemente traslate alla clinica. L’MK-1775, ad esempio, è già in fase di sperimentazione clinica per altri tipi di tumori negli Usa”.