CASERTA – Si terrà giovedì, 10 novembre, dalle ore 18.00, presso l’Aula Consiliare della Provincia di Caserta, la presentazione dell’ultimo lavoro di Gianni Solino: “La buona terra, storie dalle terre di Don Peppe Diana”. L’evento, organizzato dalla Cgil – Camera del Lavoro di Caserta, dalla Cgil FP e dalla Cgil FLC, vedrà al tavolo dei relatori, oltre all’autore, la Segretaria Generale Cgil di Caserta Camilla Bernabei, il Magistrato Donato Ceglie e il Presidente della provincia Domenico Zinzi.
Il libro, edito da La Meridiana, presenta racconti di volti ed esperienze di riscatto dell’antimafia sociale campana e si può considerare una potente testimonianza di legalità, sotto varie forme, in territori notoriamente difficili. Per usare una definizione dello stesso autore, “La “Buona Terra” è metafora di quello che la nostra terra può diventare e che sta iniziando a diventare, una terra dove le persone si incontrano, collaborano e si liberano”. Passi in avanti, quindi, vengono raccontati nelle pagine di “La buona terra”; essi, piccoli o grandi, su un suolo ad altissimo rischio criminalità significano molto e vengono proposti al lettore con la fierezza di chi sa di poter contare, nella sua lotta per la legalità, sull’appoggio di persone che non ci stanno a vivere nell’indifferenza e nel silenzio e lavorano in prima linea per dare delle opportunità a chi ne ha bisogno, su beni confiscati. “Una biblioteca in un posto che non conosce biblioteche – ha dichiarato recentemente Solino – è un fatto. Una cooperativa che dà opportunità di lavoro su un bene confiscato è un fatto. Servono fatti, non più parole…”. Gianni Solino, quindi, racconta l’esperienza della cooperativa sociale Agropoli di San Cipriano d’Aversa sulla convivenza a scopo riabilitativo di ragazzi affetti da disabilità mentale, la loro iniziativa di gestione del ristorante NCO (Nuova Cucina Organizzata), i loro progetti di agricoltura sociale. Racconta la storia di Jerry Masslo, rifugiato sudafricano scappato nell’89 dal proprio paese perché vittima dell’apartheid e ucciso a Villa Literno da una banda di criminali in seguito a una rapina”perché quei fessi (i neri) non ti possono nemmeno denunciare”. Ed è così che Solino racconta esperienze umane che parlano di opportunità vere, reali ed alternative al sistema criminale e che oggi danno lavoro a oltre un centinaio di ragazzi, in una realtà in cui il controllo del territorio da parte della camorra è ancora molto forte.