Le condizioni dell’acquedotto Carolino di Caserta saranno, a breve, all’attenzione del governo in virtù di una interrogazione a risposta scritta presentata dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Vilma Moronese e firmata da tanti senatori grillini. Nel documento si chiede di sapere quali azioni l’esecutivo voglia porre in essere per valorizzare la struttura e liberarla dal degrado.

 

MORONESE – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e dei beni e delle

attività culturali e del turismo –

Premesso che:

l’Acquedotto Carolino (noto anche come acquedotto di Vanvitelli) è nato per alimentare il complesso di San Leucio (CE) per fornire l’apporto idrico alla Reggia di Caserta (o meglio alle “reali delizie” costituite dal parco, dal giardino inglese e dal bosco di San Silvestro), prelevando l’acqua alle falde del monte Taburno, e trasportandola lungo un tracciato che si snoda per una lunghezza di 38 km;

tale acquedotto venne progettato e realizzato da Luigi Vanvitelli circa 250 anni fa per volere di Carlo III di Borbone, in servizio ed in uso sino agli anni ’50 del novecento, e dal 1997 è stato inserito dall’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura) tra i beni da tutelare nella Lista del Patrimonio Mondiale, in quanto opera grandiosa di ingegneria idraulica;

con regolare denuncia presentata in data 16/09/2013, e indirizzata al Sindaco di Caserta, al Comandante del corpo di Polizia Municipale di Caserta, al Comandante della Stazione dei Carabinieri di Caserta, al Direttore Generale e al Direttore Sanitario dell’ASL (Azienda Sanitaria Locale) di Caserta, al Direttore del Dipartimento Provinciale dell’ARPAC (Agenzia regionale protezione ambientale Campania) di Caserta, al Soprintendente ai BAPSAE (Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici) delle Province di Caserta e Benevento, al Prefetto di Caserta e al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il consigliere comunale di Caserta, ing. Luigi Cobianchi, ha esposto alle autorità competenti il grave stato di degrado e abbandono che caratterizza un tratto del cosiddetto “Acquedotto Carolino”;

risulta agli interroganti che tale esposto è il risultato di un’accurata attività di ispezione che l’ing. Luigi Cobianchi ha realizzato in data 06/07/2013, in collaborazione con un gruppo di Speleologi e Tecnici e sotto la supervisione di studiosi di Storia dell’Architettura, presso un tratto del cosiddetto “Acquedotto Carolino”, segnatamente quello che sorge nel tenimento della Città Capoluogo di Caserta, in località San Benedetto, ed in prossimità dell’area denominata “Lo Uttaro”, ricadente nel Sito di bonifica di Interesse Nazionale denominato “Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano”;

sull’acquedotto, come indicato nell’esposto suddetto, è al vaglio della competente Soprintendenza ai BAPSAE delle Province di Caserta e Benevento la richiesta formale di sottoporre l’opera nel suo complesso a vincolo diretto per il quale, nelle more dell’adozione del provvedimento finale, esso deve ritenersi sottoposto anche alle misure cautelari e preventive contenute nell’ art. 28, commi 1 e 2, del D.lgs. n. 42/2004;

secondo le indicazioni dell’esposto, l’art. 20, comma 1, del D.lgs. n°42/2004 fa esplicito divieto di adibire i beni culturali “…ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico pure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”;

considerato che:

le risultanze dell’ispezione, illustrate nella documentazione allegata al citato esposto hanno evidenziato, lungo la condotta per un tratto percorribile di circa 200 metri, la presenza di rifiuti urbani di ogni genere, oltre che di ossa, liquami e fanghi di non definita natura;

lungo la condotta ispezionata, gli speleologi hanno riscontrato la presenza in più punti di opere in calcestruzzo di realizzazione palesemente recente ed evidentemente abusive finalizzate allo scarico fognario, le quali, come evidenziato nell’esposto redatto dall’ing. Cobianchi, dal momento che nessuna delle autorità competenti ha mai autorizzato la sua trasformazione in fogna necessitano in maniera urgente di indagini approfondite;

le stesse opere abusive rinvenute in località “Lo Uttaro”, possono essere funzionali allo scarico verso il tracciato dell’acquedotto di fanghi di natura industriale provenienti dalla fabbriche operative in quell’area e contenenti varie sostanze chimiche e metalli pesanti;

gli stessi fanghi possono essere altresì generati dalle infiltrazioni di percolato di discarica provenienti sia dall’area “Lo Uttaro” che dalla cosiddetta “Cava Monti”, che sono entrambi siti interessati dallo sversamento di rifiuti tossici e che si trovano lungo il percorso dell’acquedotto;

lungo il percorso dell’acquedotto sono presenti diverse opere di captazione come le pompe idrauliche utilizzate prevalentemente per prelevare l’acqua a scopo irriguo;

i fanghi e del percolato suddetti possono venire in contatto con le acque irrigue comportando il diffondersi di pericolosissimi inquinanti dagli effetti cancerogeni fino a decine di chilometri di distanza dalla sorgente inquinante;

l’Acquedotto Carolino, anche a causa di diverse criticità di ulteriore natura oltre quella di carattere ambientale descritte nell’esposto in parola, nelle poche zone ancora percorribili viene regolarmente inserito all’interno di itinerari storico-artistici accessibili tramite le visite guidate dai responsabili della Soprintendenza ai BAPSAE delle Province di Caserta e Benevento;

si chiede di sapere:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza della condizione di sostanziale degrado in cui versa il sito suddetto, come ampiamente descritto nell’esposto di cui in premessa;

se siano a conoscenza di interventi avviati sul sito finalizzati al recupero delle condizioni di decoro e di sicurezza ambientale e sanitaria che, a parere degli interroganti è potenzialmente minata dalla situazione descritta;

se alla luce di tali considerazioni intendano procedere ad immediate azioni, ciascuno secondo i propri ambiti di intervento, volte a tutelare la salute dei cittadini e agevolare il percorso di istituzione del vincolo diretto che può rappresentare un più valido strumento di tutela e sicurezza per l’opera in oggetto;

quali iniziative intendono intraprendere per il recupero e la riqualificazione dell’intero Acquedotto Carolino al fine della valorizzazione paesaggistica, storica, architettonica e urbanistica dell’area circostante e per poter dare una reale opportunità di rilancio del turismo in un territorio martoriato e noto alla cronaca solo per la presenza di discariche abusive e della criminalità organizzata.

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