Si concentrano negli ambienti della malavita, ma anche sulla vita privata della vittima le indagini sull’omicidio di Antimo Maggio, il pregiudicato di 52 anni trovato ucciso ieri nella sua casa di Sant’Antimo, in provincia di Napoli. Particolarmente efferate le modalità del delitto: secondo i rilievi del medico legale, Maggio è stato legato e imbavagliato, picchiato con violenza e infine ucciso con una coltellata alla carotide.

L’uomo, che viveva solo dopo la separazione dalla moglie, aveva precedenti per tentato omicidio e detenzione illegale di armi, ma non risultava legato ad alcun clan della camorra. Era dipendente di un impianto per il trattamento dei rifiuti, e quindi godeva di un reddito fisso. Gli agenti del commissariato di Frattamaggiore stanno ascoltando amici e parenti per ricostruire le sue ultime ore di vita. Di Maggio non si erano più avute notizie da giovedì scorso, e ieri il marito della figlia si era recato a casa sua, scoprendo il delitto. Il cadavere era stato anche avvolto in una coperta, dopo l’abbondante fuoriuscita di sangue dalla ferita mortale alla gola.

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