Roma poteva sembrare anche un caso, ma contro il Milan prima e con il ritorno di coppa poi, è arrivata la conferma. Nessun calo atletico ai danni del Napoli, ma “soltanto” un problema di convinzione subìto contro Chievo e Atalanta, probabilmente legato alla fuga definitiva della Juve dopo Bologna. Le gambe vanno su e giù a gettar via un’altra fissa degli addetti ai lavori poco favorevoli a Rafa.
Quello della preparazione è uno dei colpi in canna nelle armi dei falchi di Benitez, che possiamo dividere in tre gruppi: quelli legati alla tradizione del calcio italiano, che vinceva quando c’era un’alta scuola di difensori e portieri; le cosiddette vedove di Mazzarri, tecnico agli antipodi con Benitez per tanti aspetti; quelli contro Rafa per questioni politiche con il Calcio Napoli. Questi ultimi, i peggiori perché svendono la loro professionalità, pensano di compiacere il club puntando il dito sul tecnico in modo da nascondere le responsabilità della dirigenza che non è riuscita a completare la rosa. E ne hanno tirate fuori di tutti i colori, a partire dalla favola della preparazione, per finire con l’integralismo che non gli appartiene, stando alla sua storia di tecnico. Benitez è costretto, così, a ripetere sempre le stesse cose in conferenza e smontare in grande stile le tesi alle quali mirano certe domande. Una lotta interna all’ambiente azzurro che non fa bene alla squadra. Rafa, però, guarda avanti, punta alle coppe e al secondo posto senza farsi scomporre dagli attacchi dei falchi.
Marcello Pelillo