Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa della Fenea Uil. “La vicenda del Cementificio Moccia S.p.A. Di Caserta desta ancora viva preoccupazione. Nonostante alcuni incontri con i rappresentanti della proprietà nessuna novità in positivo è stata registrata. Nel corso dell’ultimo appuntamento, tenuto venerdì 14 febbraio nella Prefettura di Caserta, i rappresentati sindacali hanno gradito l’impegno preso dall’Ente a costruire un tavolo di confronto per affrontare il caso.
“Esprimiamo grande soddisfazione per l’impegno preso dalla Prefettura per promuovere l’apertura di un tavolo con le Istituzioni che possa affrontare e possibilmente risolvere la grave vertenza occupazionale della Moccia” ha dichiarato Luciano Calemme, Segretario provinciale della Feneal-Uil. All’incontro con il delegato prefettizio erano presenti anche Filca Cisl e Fillea Cgil, oltre che i rappresentanti del Cementificio Moccia. Nel corso dell’incontro gli attori hanno ribadito la loro posizione per quanto riguarda il mancato accordo dello scorso 30 gennaio, che ha avuto come conseguenza il licenziamento di altri 50 lavoratori. Licenziamenti che si sono sommati ai 26 dello scorso dicembre. Piena sintonia tra Azienda e Sindacati, invece, è stata registrata nell’individuazione della causa principale dell’attuale stato di crisi. La situazione occupazionale in cui è precipitato il cementificio è da ascrivere unicamente ad una classe politica distratta o disinteressata. La Legge Regionale del 2006 che disciplina le attività estrattive (P.R.A.E.), l’amministrazione comunale di Caserta che ha dichiarato incompatibili da un punto di vista ambientale la cava e il Nuovo Policlinico in costruzione, e l’opposizione del Comune di Pietravairano alla delocalizzazione nei suoi confini amministrativi di una nuova cava per l’estrazione del calcare hanno praticamente decretato la chiusura definitiva del cementificio, nonostante un notevole investimento dell’imprenditore per l’acquisto dei terreni dove sarebbe dovuta nascere la nuova cava”.