Morto da nove mesi, risultava firmatario e responsabile di ben 1.600 revisioni di automobili: è la vicenda di un tecnico di 51 anni scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale di Napoli durante una vasta operazione di controlli per la sicurezza stradale e la verifica dell’affidabilità dei veicoli. Il nome del tecnico deceduto – hanno accertato i Carabinieri – era utilizzato dal responsabile di un centro di revisione dove la documentazione veniva rilasciata senza rispettare tutte le norme del Codice della strada. Nell’operazione sono state verificate oltre 20.000 revisioni rilasciate a Napoli e in alcune aree della provincia. In particolare è stato scoperto un software che consentiva il rilascio della documentazione di revisione senza neanche la presenza dell’auto sui rulli di prova dei veicoli. In questo modo – hanno accertato i Carabinieri – si riusciva a fare le revisioni senza neanche portare l’auto in officina. I reati contestati vanno dalla falsità ideologica in certificati alla sostituzione di persona, per finire alla frode informatica. Una ventina in tutto, al momento, i denunciati ma l’inchiesta dei carabinieri del comando provinciale di Napoli su alcuni centri di revisione è solo alle prime battute e non si escludono ulteriori ‘sorprese’ che potrebbero riguardare anche gli stessi automobilisti che hanno eseguito la revisione delle loro auto in maniera irregolare. Sicuramente dovranno sottoporre le loro auto ad una revisione ma se consapevoli del fatto che nei centri ai quali si erano rivolti si facevano le procedure in maniera ‘spedita’ rischiano anche sanzioni più gravi. I carabinieri hanno accertato che in tre centri di revisione della provincia di Napoli, le revisioni si facevano senza neanche portare la macchina. Bastava solo esibire la carta di circolazione e poi con altrettanti software taroccati si rilasciavano i bollini di avvenuta revisione a prezzi stracciati e con tempi davvero ridotti: appena 15 minuti a fronte dei 45 richiesti dalla procedura regolare. In uno dei centri i carabinieri hanno già accertato chi aveva provveduto ad alterare i software. Oltre al caso del rilascio della certificazione con la forma di un responsabile tecnico deceduto nove mesi fa (con la sua firma sono stati ‘revisionati’ ben 1578 veicoli), i carabinieri hanno accertato che in un altro centro le revisioni venivano effettuate con le credenziali di un tecnico che non svolgeva più questa attività da alcuni anni.

 

 

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