I Comuni della Provincia contro il Comune di Napoli. La guerra si scatena per l’assegnazione dei fondi per l’edilizia scolastica, 18 milioni previsti dal decreto del fare e che ora sono bloccati a causa di un ricorso del comune del capoluogo al Tar.
A spiegare la vicenda sono Raffaele Topo, capogruppo Pd in Regione Campania, e la consigliera Angela Cortese per spiegare il pasticcio che ”rischia di far perdere a molti comuni risorse che andrebbero a vantaggio dei bambini e dei ragazzi della provincia”, spiega la Cortese. ”I 18 milioni – prosegue l’ex assessore provinciale alla scuola – sono stati messi a bando: su 345 istanze 31 progetti sono stati ammessi al finanziamento. I Comuni più grandi, oltre i 100.000 abitanti, poteva presentare tre progetti, ma il Comune di Napoli ne ha presentati ben 8, oltre a 5 affidati alle municipalità che non sono enti pubblici. Alla fine Napoli non è stata inserita nella graduatoria ed allora ha fatto ricorso al Tar impugnando non solo la sua posizione ma tutta la graduatoria. Il Tar si pronuncerà il 13 marzo”.
Il problema è che i lavori devono essere affidati entro il 28 febbraio perché arrivino i soldi da Roma. ”La procedura accelerata – conferma Raffaele Topo – era mirata proprio a velocizzare le procedure prevedendo l’assegnazione entro il 28 febbraio, ora tutto si ferma per aspettare il Tar. Sarebbe meglio usare una sede non contenziosa ma diplomatica per risolvere questi problemi, soprattutto perché il problema riguarda le scuole e quindi servirebbe un prova di civiltà, altrimenti rischiamo di tenere fermi i fondi per un altro anno”. All’incontro erano presenti anche i sindaci di 4 comuni della provincia che aspettano i finanziamenti: Giuseppe Cirillo di Cardito (Scuola Rodari, assegnati 88.000 euro), Giosi Ferrandino di Ischia (scuola Guglielmo Marconi, 900.000 euro), Pantaleone Annunziata di Poggiomarino (scuola Tortorella, 300.000 euro) e Antimo Silvestre di Casandrino (scuola materna di Via Napoli, 378.000 euro) che hanno sottolineato come i lavori siano stati già anche assegnati e uno stop potrebbe arrecare ulteriori danni anche perché le ditte potrebbero rivalersi nei confronti dei Comuni. In particolare Pantaleone Annunziata ha stigmatizzato la ”posizione assurda di De Magistris che scarica su di noi l’inadeguatezza dei suoi uffici nel presentare i progetti. Noi ci siamo attenuti alle norme”. Secondo quanto riportato dagli esponenti del Pd, infatti, le domande arrivate da Palazzo San Giacomo avevano ”gravi carenze progettuali, mancando esecutività, cronoprogramma e schema di contratto”