Decine di indagati tra consulenti, funzionari dell’Asl e imprenditori, e un giro di affari da verificare, tra appalti e mandati di pagamento sospetti, per svariati milioni di euro. A oltre un mese dal suo deflagrare, l’inchiesta sulla gestione dell’Asl di Benevento sembra allargare i suoi orizzonti ogni giorno che passa. L’attività della procura procede – come ammette uno degli inquirenti – nel mettere assieme, tassello dopo tassello, i pezzi di un mosaico per la cui composizione servirà tempo, forse mesi, per ricostruire tutti i passaggi di un sistema di prebende pubbliche pensato per favorire alcuni a discapito di altri. Sarebbero numerosi gli indagati, molti di più di quelli di cui si era finora a conoscenza. E tante le anomalie da verificare, i mandati di pagamento sospetti da passare al setaccio, le delibere e gli appalti. Si scava a ritroso nel tempo nella gestione dell’Asl, dalla fine del 2006 ad oggi.
Dinanzi a questa mole di lavoro l’attività di quello che il gip Cusani definì un direttorio politico-partitico che decideva sulla sanità sannita, rimane per il momento sullo sfondo, cosi’ come la posizione dell’ex ministro Nunzia De Girolamo. Oggi nuovo interrogatorio dai pm per Felice Pisapia, l’ex direttore amministrativo dell’Asl di Benevento sottoposto ad obbligo di dimora e la cui posizione dall’inizio dell’inchiesta si è aggravata dovendo rispondere non solo di truffa e peculato ma anche di turbativa d’asta: al centro del confronto con i pm, durato sei ore, i 50 file audio registrati di nascosto dall’ex funzionario nel corso delle riunioni del cosiddetto ‘direttorio’ che si tenevano a casa del padre dell’ex ministro, ma non solo, e che Pisapia ha consegnato ai magistrati nel corso dell’ultimo interrogatorio. Ad oggi, i periti nominati dai pm Tartaglia Polcini, Giammarino e Felaco hanno trascritto circa metà di quei file audio.
E proprio sul contenuto dei file già trascritti si è concentrato l’interrogatorio di oggi, in cui la procura ha chiesto a Pisapia, difeso dall’avvocato Claudio Botti, chiarimenti e riscontri a trecentosessanta gradi su tutte le circostanze emerse: dall’appalto del 118 ai mandati di pagamento ad alcuni studi legali, di fatto verbalizzando il contenuto delle registrazioni. Un espediente, quello scelto dalla Procura, per evitare il rischio che le registrazioni possano essere processualmente inutilizzabili e avere così una valida alternativa. Pisapia, che sembra aver instaurato un rapporto di collaborazione con i magistrati, ha fornito anche oggi una serie di elementi utili alle indagini e sarà ascoltato di nuovo nelle prossime settimane. Giovedì, invece, tocca di nuovo al suo grande accusatore, il direttore generale dell’Asl Michele Rossi. E’ attorno a questo ping pong di accuse, tra Pisapia e Rossi, già nemici all’interno dell’Asl, che ruotano i prossimi sviluppi dell’inchiesta.