La Banca Popolare Vesuviana è “del tutto estranea” alle indagini che hanno portato, il 29 gennaio scorso, a un sequestro di beni nei confronti di imprenditori del Napoletano, accusati di aver utilizzato fatture inesistenti per realizzare un’evasione fiscale di oltre 7 milioni di euro.

Lo sottolinea, in una nota, l’avvocato Edgardo Riccardi, legale dell’istituto di credito. Tale provvedimento – sottolineava il procuratore di Nola, Paolo Mancuso, illustrando le misure adottate – costituiva “l’epilogo di una più complessa indagine, già effettuata nei confronti della Banca Popolare Vesuviana, nell’ambito della quale è stata accertata l’esistenza di una associazione per delinquere finalizzata al compimento di atti illeciti idonei a favorire persone fisiche o giuridiche nella concessione di linee di credito in assenza di merito creditizio bancario”. L’avv. Riccardi tiene a sottolineare che la Banca Popolare Vesuviana “non è stata assolutamente raggiunta da alcun provvedimento dell’autorità giudiziaria, la quale ha soltanto sequestrato alcune giacenze presenti presso l’istituto di credito e riferibili ai soggetti coinvolti nell’indagine. I provvedimenti di sequestro emessi in danno degli imprenditori coinvolti sono stati eseguiti su numerose banche; la cifra sequestrata presso la Banca Popolare Vesuviana è a dir poco irrisoria rispetto alle giacenze rinvenute nel restante sistema creditizio”.

 

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