E’ un rogo probabilmente doloso nell’azienda agricola di Tommaso Cestrone, noto come l’Angelo di Carditello per il suo impegno da volontario nella Reggia Borbonica, a riportare il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray nel Casertano per un’ultima visita prima di lasciare l’ incarico. Bray, che questa mattina dopo aver saputo della notizia ha scritto subito un tweet di solidarietà e con un collaboratore ha raggiunto Napoli in treno, arriva poco prima delle 15 a bordo di un’auto della Questura partenopea nell’azienda di San Tammaro posta tra i binari dell’Alta Velocità, la Reggia di Carditello e le discariche. E’ scosso ma sorride quando gli va incontro la vedova di Cestrone, Giuseppina Moronese, con i due figli; si lascia così andare ad un lungo abbraccio con i familiari dell’Angelo di Carditello.

“Stanotte è accaduto un fatto molto grave – dice il responsabile del Mibac – evidentemente a qualcuno non piace il forte impegno di Cestrone e dei suoi familiari per ridare dignità a questo territorio martoriato. A qualcuno ha dato fastidio”. “Non è un caso che proprio un anno fa a Tommaso fu incendiata la roulotte” prosegue Bray. Prima del ministro, già in mattinata era giunta nell’azienda la sua consigliera Antonella Di Nocera, residente nel quartiere napoletano di Ponticelli. “Ci vuole grande coraggio per fare gli imprenditori da queste parti” aveva detto. La cronologia degli eventi, secondo gli investigatori della Polizia, conferma che si tratta di un fatto doloso, sebbene sul posto i vigili del fuoco non abbiano trovato tracce di liquido infiammabile né altri inneschi. Ma è difficile, vista anche l’umidità della notte scorsa, che il rogo nel fienile possa essere di origine accidentale.

Tra l’altro una prima richiesta di intervento alla sala operativa dei vigili del fuoco di Caserta è giunta alla 22.15 ma le fiamme sono state domate dagli operai dell’azienda e i pompieri non sono più partiti; intorno alle 2 di notte la seconda chiamata, segno forse che chi ha agito non aveva grande esperienza nell’accensione dei roghi. Questa volta sul posto sono accorse tre squadre dei vigili che hanno spento l’incendio; circa cinquanta le balle di fieno andate in fiamme. Poco dopo sono giunti gli agenti del Commissariato di Santa Maria Capua Vetere. Tra le piste seguite quella dei contrasti con altri parenti per problemi di proprietà, circostanze note da tempo agli investigatori. La camorra, ragionano gli inquirenti, avrebbe distrutto tutto come accaduto in altri incendi di fienili nel Casertano. “Siamo preoccupati ma non abbiamo mai ricevute minacce” si è limitata a dire la vedova del volontario. Prima di ripartire il ministro Bray ha promesso che anche da privato continuerà “ad essere vicino alla moglie e ai due figli di Tommaso”. “Io confermato ministro? Non sono decisioni che competono a me” ha concluso sorridendo.

 

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