AVELLINO – Da sabato cominceranno i congressi territoriali di Rifondazione Comunista che ci porteranno in due settimane di discussione in tutti i circoli irpini al congresso provinciale di domenica 27 novembre. Un congresso importante per Rifondazione Comunista a distanza di tre anni da quello di Chianciano che vide l’elezione di Paolo Ferrero a segretario nazionale e una svolta “a sinistra” dopo anni di gestione bertinottiana culminata con la sconfitta alle elezioni politiche e la conseguente uscita dal parlamento.

Sono stati tre anni difficile per il PRC costretto a ridimensionarsi nell’organizzazione, censurato mediaticamente a tutti i livelli e flagellato da una costante depressione della militanza ha saputo, fuori dal Palazzo, ritrovare il vigore di un partito di lotta nei movimenti e nelle vertenze reali. In questi ultimi anni il tema della connessione tra le lotte, tra politica e sociale, tra i diversi soggetti della sinistra, tra istituzioni e cittadini ha attraversato il nostro dibattito, insieme alla necessità di costruire e progettare un’alternativa di società. Un’alternativa di società strettamente connessa ai temi dell’ecologia, dei beni comuni, dell’innovazione nel sistema di produzione, ai saperi, alla ricerca. Che rimetta al centro il lavoro e i diritti ridotti oggi a pura variabile dipendente dal mercato. Che si connetta alle vite precarie dei giovani portatori di istanza di futuro. Un’alternativa di società fondata sulla democrazia e sulla partecipazione, facendo nostra la lezione che ci è venuta dalla straordinaria partecipazione e vittoria ai referendum. Vittoria che muove una critica di fondo al privatismo e ripropone un nuovo intervento pubblico e la de-mercificazione di beni fondamentali quali l’acqua. Un congresso importante quindi, a 20 anni dalla nascita del Prc e in una fase fortemente critica per il paese, che dovrà portare a discutere del ruolo di Rifondazione Comunista nel panorama politico italiano, dei suoi programmi e delle sue prospettive. Un congresso che verrà partecipe centinaia di militanti irpini impegnati quotidianamente in tutte le vertenze del nostro territorio, dall’Irisbus alle discariche, dal movimento studentesco all’Isochimica, dal sindacalismo alle questioni della città. Una fase che contraddistingue la democraticità di un partito senza padroni, che rinnova la sua classe dirigente e che mette a disposizione di tutti la sua struttura e la sua forza per chiudere definitivamente nel Paese la fase buia del berlusconismo.

 

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