Torna in primo piano la vicenda di don Giuseppe Giuliano, parroco di Limatola, in provincia di Benevento, accusato nei mesi scorsi di essere un “prete businessman”. Da stamattina un gruppo di fedeli della chiesa di San Biagio della cittadina del Sannio ha occupato la Curia di Caserta per chiedere al vescovo Angelo Spinillo il trasferimento di don Giuliano. Il caso fu trattato anche dal famoso programma televisivo di Italia 1 “Le Iene”. Lo scorso 24 gennaio una troupe è tornata nel Sannio per parlare nuovamente con don Giuseppe. In quell’occasione ci fu una violenta discussione tra un parrocchiano e il giornalista partenopeo Giulio Golia.

Il parroco era stato descritto dalla trasmissione televisiva come un prete d’affari. Un ministro di Dio che, nella sua piccola comunità, aveva creato un vero e proprio business. Pesantissima l’accusa supportata da testimonianze anonime raccolte con una telecamera nascosta e dichiarazioni di un concittadino, il sacerdote avrebbe affittato – anche a prezzi esorbitanti – appartamenti e negozi in nero minacciando lo sfratto per gli inquilini morosi o arrivando addirittura a staccare la corrente. Non solo: avrebbe chiesto fino a 500 euro per suonare le campane della sua chiesa ai matrimoni e si sarebbe allacciato abusivamente per oltre sei anni ad un lampione pubblico per risparmiare la corrente elettrica in tutti gli impianti della parrocchia. Insomma, un quadro dalle tinte davvero fosche: dal servizio della trasmissione Mediaset, infatti, ne usciva fuori un personaggio violento, che ha avuto scontri fisici in almeno due occasioni, un uomo che ama i lussi, che vive in una villa e con la passione per le auto d’epoca.

 

All’indomani del servizio, che fu mandato in onda a fine novembre 2013 senza rivelare il luogo dell’accaduto e l’identità del “protagonista”, tante sono state le polemiche al punto che l’accusato ha deciso di uscire allo scoperto per ribadire ancora una volta la sua innocenza, dopo aver già risposto ai microfoni di Golia. Le precisazioni e le spiegazioni a sua difesa arrivarono nei giorni seguenti attraverso alcuni post pubblicati sulla sua bacheca di Facebook.

 

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