“Situazione allarmante anche a Salerno al carcere di Fuorni, il sovraffollamento accentua le gravi carenze dei minimi livelli assistenziali sanitari. Ritardi per le visite specialistiche, fino a 9 mesi per una visita ginecologica e sette mesi per un urologo, manca un Cdt” .
E’ quanto è emerso dalla quarta tappa effettuata dalla Commissione Trasparenza e Controllo Atti nell’ambito dell’iniziativa di verifica dei livelli di assistenza sanitaria nelle carceri campane. Con Nicola Caputo presidente della commissione hanno preso parte alla visita i consiglieri regionali Dario Barbirotti, Gianfranco Valiante, Enrico Fabozzi e Adriana Tocco Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. . Ad accompagnare i consiglieri regionali della commissione Trasparenza oltre al direttore dell’istituto penitenziario Alfredo Stendardo c’erano il responsabile medicina penitenziaria dell’Asl Sa Adamo Maiese, il direttore sanitario del carcere Giovanni Di Cunzolo e il responsabile Opg Antonio Pagano.
“La struttura, la cui progettazione risale agli anni cinquanta contiene circa 500 detenuti di cui 60 sono donne, potrebbe ospitarne massimo 280, fino ad otto persone stipati in una cella di pochi metri quadrati. Una gravissima situazione di sovraffollamento che peggiora ulteriormente i livelli minimi di assistenza sanitaria. Solo 5 medici, un dirigente sanitario con un contratto di solo tre ore giornaliere , un responsabile Sert e sette infermieri per una popolazione carceraria che richiederebbe almeno il doppio degli operatori. Anche il personale di polizia penitenziaria è abbondantemente insufficiente”.
“ In particolare abbiamo registrato criticità per le visite specialiste di cui i ristretti hanno più urgenza, urologia e ortopedia ma anche quelle cardiologiche, tempi lunghi anche per una visita ginecologica. Nella struttura manca un reparto di primo soccorso e un centro diagnostico terapeutico, esiste un reparto superamento Opg ma non viene aperto e reso fruibile per mancanza di risorse e personale. Come per le altre strutture carcerarie che abbiamo visitato ci sono problemi per l’approvvigionamento di alcune tipologie di farmaci.”.
“Sicuramente sono insufficienti le risorse erogate dallo stato per questo penitenziario che sopporta un peso in termini di detenuti enorme rispetto alla portata della struttura. Tutto il sistema sanitario dell’istituto – coclude Caputo – non è informatizzato e questo rallenta ulteriormente tutte le procedure”.
“Dalla prossima settimana – annunciano i consiglieri Caputo, Barbirotti, Valiante e Fabozzi – continueranno le visite ai penitenziari della regione per verificarne i livelli di assistenza sanitaria Quello alla salute è un diritto costituzionalmente garantito, anche ai detenuti che per la loro particolare condizione dovrebbero avere maggiore attenzione e personale specializzato”.