Centinaia di ragazzi con le famiglie hanno ‘invaso’ oggi gli spazi di Città della Scienza, che ha aperto le sue porte per ricordare l’incendio che ne distrusse la parte a mare esattamente un anno fa.
Approfittando della giornata di chiusura delle scuole moltissime famiglie hanno scelto di visitare la tendostruttura allestita proprio alle spalle dell’edificio bruciato, il cui scheletro resta lì a ricordare il rogo della notte del 4 marzo 2013 sulle cui cause e responsabilità prosegue l’azione inquirente della magistratura. Molto visitate le mostre sui dinosauri, ma anche le attrezzature di divulgazione scientifica che permettono ai ragazzi di toccare con mano i fenomeni naturali. Successo anche per l’incubatore di impresa porte aperte che permette ai giovani di proporre la propria start up con l’assistenza degli esperti di Città della Scienza. ”Passeggiando per le aree aperte – spiega Vincenzo Lipardi, consigliere delegato di Città della Scienza – mi si riempie il cuore vedendo migliaia di ragazzi e adulti che da stamattina sono venuti qui. Ma allo stesso tempo guardando le rovine resta la tristezza di non sapere ancora chi ha bruciato questa struttura e soprattutto i mandanti. Noi abbiamo lavorato ma questa è spada di Damocle che vorremmo fosse chiarita al più presto. Se ci sono state complicità all’interno che vengano fuori ma voglio capire chi ha progettato l’attentato perché il livello di qualità degli attentatori presuppone un’alta specializzazione. Quello che mi offende quando si dice pista interna è come se attentato l’avesse progettato città della Scienza, questo è inaccettabile”. Sulle proteste andate in scena stamattina a Piazza Bagnoli, Lipardi replica ricordando che ”verranno bonificati i fondali e verrà realizzata una spiaggia artificiale pubblica, senza concessioni e al servizio dei cittadini credo nel giro di uno-due anni. Questo è un giusto accordo che realizza un ambiente dove la gente potrà vivere bene ma anche un presidio di cultura. Domenica tremila cittadini di Bagnoli hanno manifestato per il quartiere e Città della Scienza, la protesta della minoranza è legittima, ma bisogna essere chiari: Città della Scienza sorge su suoli di proprietà della Fondazione Idis, non siamo nella Cambogia di Pol Pot. Se una mano criminale brucia il museo non ti toglie il diritto di ricostruirlo, oltretutto Città della Scienza è parte della variante al piano regolatore. In più dopo vent’anni con questo accordo si bonifica il mare e si costruisce una spiaggia pubblica, non capisco le proteste”.