Meglio tardi che mai. Il Pd ritrova la strada del garantismo. Gli anni del giustizialismo in salsa Democratica sembrano ormai alle spalle. L’inversione di rotta è netta: “Il governo non chiede dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”: lo puntualizza nell’Aula della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi rispondendo al question time ad una interrogazione sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario, precisando che “Barracciu risulta iscritta nell’elenco degli indagati”. La fedelissima del premier Renzi non lascia spazio a dubbi: “Al momento la dottoressa Barracciu risulta iscritta nel registro degli indagati. Il governo non chiede le dimissioni di ministri e sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia. Abbiamo giurato sulla Costituzione, che contempla il principio fondamentale della presunzione di innocenza; l’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela dell’indagato e non una anticipazione della condanna”.
Parole sparite dal vocabolario di un partito, il Pd, che negli ultimi anni ha sacrificato molti suoi dirigenti e amministratori sull’altare del giustizialismo. Una delle vittime illustri è stata, sotto la segreteria Bersani, il casertano Nicola Caputo. Il consigliere regionale fu escluso dalle liste alle ultime elezioni Politiche pur essendosi piazzato al primo posto alle parlamentarie per il presunto uso improprio dei rimborsi destinati a consiglieri regionali. Sorte migliore per la Barracciu. Nei giorni scorsi ha dovuto ritirare la propria candidatura alla presidenza della Regione Sardegna, perché indagata per peculato, pur avendo vinto le primarie. Ma Renzi le ha offerto un passaggio sul traghetto che porta nel Continente, dove le ha preparato una poltrona da sottosegretario, che non le sarà strappata. La Democratica sarda resta al suo posto, giustamente, mentre Caputo è rimasto a casa, ingiustamente. Con Renzi una novità c’è stata: d’ora in poi (si spera) la classe dirigente e i rappresentanti istituzionali del Pd sanno scelti dal partito e non più dai pm. Finalmente.
Mario De Michele