Il 14 marzo prende il via il progetto “Bandarola”. Le attività prevedono la costituzione di una banda musicale “Città di Parete” nella tradizione delle bande di paese, con l’intento di realizzare un percorso di integrazione sociale attraverso la pratica musicale collettiva per 30 adolescenti italiani e figli di immigrati, segnalati dai servizi sociali del comune.

Il progetto è a cura del Csv Asso.Vo.CE. di Caserta e della rete composta dalle associazioni Centro Animazione Missionaria Cam, La Tribù, Arte in Musica, l’Ancav, il Centro Astalli, e la Cooperativa Uomo. I 30 ragazzi saranno seguiti nei laboratori musicali dai professionisti dell’associazione Arte in Musica, i maestri Caterina Dell’Aversana e Salvatore Pesce, ma anche attraverso un tutoraggio sociale che coinvolgerà i minori e le loro famiglie. I preadolescenti saranno infatti inseriti in una rete nella quale i volontari/tutor, coordinati dalla volontaria dottoressa Marilena D’Angiolella, Pedagogista Clinico, nonché assessore alle Politiche sociali del Comune di Parete, si porranno come figure di riferimento importanti e come “antenne” dei disagi che i minori vivono in famiglia o a scuola per seguirli in un percorso di supporto alla loro crescita. Accompagnando i minori, i volontari tutor si avvicineranno alle loro famiglie per aiutare le stesse ad esprimere i loro disagi, rafforzarne la genitorialità, orientarle ai servizi territoriali e costruire una rete di supporto ai loro bisogni. I volontari qualificati coinvolti nel progetto, psicologi, educatore, assistente sociale, pedagogista, animatori, si porranno come tutor dei minori sia nel percorso scolastico che nelle dinamiche familiari. Si porranno altresì come “antenne” sociali dei bisogni delle famiglie e orienteranno le stesse nella fruizione dei servizi territoriali. Le esibizioni della banda durante il periodo delle attività progettuali con la prima prevista per il 4 novembre, la Festa dei Caduti, permetteranno ai minori di superare il senso di inadeguatezza che spesso ci si porta dentro ed essere “apprezzati” dai coetanei e dagli adulti, ricevendo quell’attenzione “positiva” fondamentale per una crescita sana ed uscire dallo stereotipo di “ragazzo difficile”. Accogliendo la naturale propensione dei preadolescenti cosiddetti a rischio, ossia quelli con maggiori probabilità di assumere atteggiamenti devianti, a formare delle “bande”, si offrirà loro l’opportunità di sentirsi parte di una “bandarola”, per favorire il loro bisogno di stare insieme e nel contempo aiutarli ad intraprendere un percorso di crescita e di rispetto reciproco. Ogni preadolescente sarà accolto nel suo contesto e coinvolto nell’interezza del proprio essere (emozioni, volontà, razionalità ecc.), perché sia aiutato a riflettere sulle proprie esperienze, a decodificare il proprio vissuto e a intraprendere azioni più consapevoli e orientate al benessere individuale e sociale.

Partendo dal presupposto che il disagio non va allontanato o nascosto, ma interpretato ed affrontato se lo si vuole prevenire e contrastare, si aiuteranno i minori a rielaborare le proprie difficoltà, offrendo loro supporti necessari per una crescita equilibrata e promuovendo l’autostima, i valori e le norme socio-relazionali. Il recupero della loro socialità sarà attuata promuovendo l’alterità e le diversità come strumento/valore di crescita. In altre parole, agire in maniera inclusiva, ricomponendo le distanze e infrangendo le barriere tra i soggetti, facendo diventare protagonisti gli stessi ragazzi; accogliendo le differenze per valorizzarle. Lo scopo del progetto è dunque contribuire innovativamente a contrastare l’esclusione sociale dei ragazzi italiani ed immigrati in un contesto territoriale dalle conclamate difficoltà, che dal punto di vista della presenza e delle relazioni multiculturali si presenta come  luogo di conflitto piuttosto che di accoglienza. Le differenze e le tensioni emergono in maniera più forte nelle zone periferiche come la nostra, profondamente attraversate da contraddizioni e violenze sociali. L’importanza di un intervento come questo in tale contesto è quindi accresciuta, e gli conferisce un’urgenza diffusamente avvertita in seno all’associazionismo locale e all’impegno civile sul territorio.

 

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