POMPEI – E’ una poderosa mobilitazione, con centinaia di operatori del comparto guide turistiche, quella che si sta svolgendo a Pompei (Napoli) con tre presidi agli ingressi degli scavi, con striscioni e cartelloni di protesta contro l’Unione europea, per dire no alla liberalizzazione selvaggia della professione.

Filcams-Cgil, Uil-Uiltucs, Usae-Finact, Federagit, Associazione Guide Turistiche Campania, insieme con gli accompagnatori turistici, contestano l’articolo tre della legge 97/2013 che a breve entrerà in vigore aprendo i confini italiani ai capo gruppo turistici di altri Paesi della Comunità europea, e, nello specifico, della Germania, che spiegano, non regolamenta la professione di guida turistica né di accompagnatore, con le stesse regole e la stessa preparazione culturale richiesta in Italia. Proprio ieri, il vice presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, si è recato in visita negli scavi archeologici. I cartelloni esposti dalle guide davanti l’ingresso di Porta Marina Inferiore degli scavi archeologici di Pompei, sintetizzano in modo chiaro le ragioni della loro protesta: “Riprendiamoci il nostro territorio: no alla colonizzazione del patrimonio culturale italiano”;

“No local guide = no professional service, more profit for tour operators (Deutschland). Thank You EU (Deutschland)”; “Dopo agricoltura e pesca si distrugge e vende anche il turismo, l’unico settore che sta resistendo! Basta con i soprusi delle lobbie turistiche” e infine “Gli italiani pagano per il mantenimento del proprio patrimonio culturale mentre i profitti vanno all’estero”. “Questa mattina cerchiamo di non creare gravi disservizi – afferma Melziade, presidente regionale delle guide turistiche – siamo responsabili nei confronti dei turisti ma dobbiamo difendere la nostra professionalità e il nostro lavoro e se non giungeranno rapide risposte le proteste proseguiranno nelle prossime settimane e nei prossimi mesi creando disagi nel periodo pasquale”. “Va anche sottolineato – conclude Melziade – che a differenza degli operatori esteri, noi curiamo anche la promozione del Made in Italy negli altri Paesi dell’Ue. Attività che i nostri concorrenti non avrebbero interesse a portare avanti”.

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