Fredda se non indifferente tante volte in passato davanti alle mobilitazioni anticamorra, Casal di Principe ha risposto all’appello della Diocesi di Aversa nel nome di Don Giuseppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994. Migliaia (cinquemila alla partenza dal Campo sportivo, forse 10 mila all’arrivo sul piazzale del cimitero dove è sepolto il sacerdote) hanno sfilato per le strade del centro casertano per la marcia organizzata dalla Chiesa e da un gruppo di associazioni a 20 anni dall’ omicidio. Tanti i ragazzi delle scuole e delle parrocchie, nessuna bandiera di partito, striscioni delle scuole del casertano, con delegazioni da Napoli e altre regioni del Sud, e cartoncini con i disegni dei bambini delle scuole elementari. “Venti di cambiamento”, annunciava lo striscione dell’ “ITC Carli’, che apriva il corteo. “Don Peppino, uno di noi”, scandivano i bambini.

E lungo il percorso un altro striscione, non firmato, verde su bianco, sembrava il segnale del riconoscimento dell’iniziativa da parte della Comunità locale: “Don Peppe, sano, forte e casalese”. Mescolati alla folla il fratello maggiore e la sorella del sacerdote, Emilio e Marisa Diana. “Il suo sacrificio – ha detto la sorella ai giornalisti – non è stato inutile. Ha innescato il cambiamento, e oggi Don Peppino è un simbolo della lotta alla criminalità organizzata”. Alla partenza della marcia c’era anche il Procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, che si è recato a rendere omaggio alla tomba di Don Diana. Ai lati delle strade, altri ragazzi osservavano e scattavano foto con gli Ipad ed i cellulari. Quando il corteo è arrivato sotto la casa del sacerdote vittima della camorra, sul balcone ad aspettarlo c’ era la madre ottantenne, Iolanda, con le lacrime agli occhi. Verso la fine, alla marcia si sono uniti i sindaci di Afragola e Casavatore (Napoli), ed i commissari prefettizi dei comuni casertani sciolti per sospetta infiltrazione della criminalità organizzata, tra questi Casal di Principe, che a maggio proverà a darsi un sindaco, dopo scioglimenti a ripetizione. C’è anche il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi. “Don Diana è stato un testimone del suo popolo”, dice. Poi, davanti al cimitero, i discorsi ed i saluti delle associazioni e di Don Luigi Ciotti, animatore di “Libera”. Parla anche il Vescovo di Aversa, Mons. Angelo Spinillo. “Non ho conosciuto Don Diana – dice ai giornalisti – ma credo che la sua morte abbia smosso qualcosa”.

Poi aggiunge realista : “ma in quest’ area, nell’ ultimo mese, ci sono stati 5 morti, con i cadaveri bruciati. Per cambiare ancora ci vorrebbe una classe politica consapevole, capace e onesta”. Alla Camera Don Diana è stato salutato da un applauso unanime dei deputati in piedi, dopo il ricordo del premier Matteo Renzi. A Pomigliano d’ Arco circa duemila persone, con il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, hanno partecipato ad un corteo nell’anniversario della morte. E su Raiuno la fiction “Per amore del mio popolo” martedì sera ha totalizzato 5 milioni e 300 mila ascoltatori vincendo la prima serata. Quella, però, è fiction, mentre le migliaia di ragazzi di Casal di Principe e del casertano che lo hanno ricordato oggi sono realtà.

 

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