Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dell’Associazione Giornalisti Terra di Lavoro: “Siamo venuti a conoscenza che, a breve, si dovrebbero prendere alcune decisioni all’interno di importanti strutture della pubblica amministrazione di Terra di Lavoro, dalle quali si comprende come il processo di armonizzazione tra le funzioni di governo e quelle relative alla comunicazione delle stesse sia ancora fortemente condizionato da una cattiva conoscenza delle norme che da anni regolano questo rapporto in maniera precisa e adeguata.
Nell’Asl di Caserta e nell’Azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” della stessa città esistono delle strutture organizzate dotate di risorse e personale qualificato, che, nel pieno rispetto dei contenuti previsti dalla normativa vigente (a partire dalla legge 150/2000 e dalle linee guida, decise dalla Regione Campania – decreto 18/2013, capitolo 10-Comunicazione nelle Aziende sanitarie), sovraintendono alla elaborazione delle strategie di comunicazione, definendone i contenuti e producendo informazioni e documentazioni sulle attività svolte, sia in campo amministrativo che sanitario. Nell’Asl esiste una situazione di evidente carenza relativa ai requisiti e alle competenze, che porta questa azienda (come ha notato, in una sua recente lettera, il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana Giovanni Rossi) ad utilizzare, addirittura, personale non iscritto all’albo dei giornalisti.
Di contro, nell’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano”, una struttura di grande valore professionale, guidata da un giornalista regolarmente iscritto all’Ordine nazionale dei giornalisti, verrebbe ridimensionata e professionalmente mortificata attraverso una nuova classificazione, che la trasformerebbe da unità operativa complessa, quale dovrebbe essere sicuramente, in base alle norme citate, a struttura semplice e per di più incomprensibilmente inserita alle dipendenze di un’Unità Operativa Complessa appartenente al comparto sanitario. E’ chiaro che un atto così discriminatorio, che mortifica la dignità dei giornalisti, non potrebbe mai essere approvato dalle istituzioni di categoria (Ordine dei Giornalisti ed Organizzazioni Sindacali territoriali e nazionali). Invitiamo, perciò, i soggetti istituzionalmente responsabili, prima di assumere ogni decisione, a valutare attentamente e con scrupolo i dettami contenuti nelle norme che disciplinano rigorosamente i sistemi di comunicazione all’interno delle aziende pubbliche”.