Sono rimasti ormai pochi giorni di trattativa prima che un nuovo dramma sociale e lavorativo si vada ad abbattere su 122 lavoratrici e lavoratori della sede di Arzano di Micron Semiconductor.

 

L’orologio infatti corre veloce e il termine del 7 Aprile, data ultima per trovare un accordo con l’azienda, si avvicina inesorabile: dopodichè il 40% di tali lavoratori (52 lavoratori su 122) tra i più altamente professionalizzati sul territorio campano, ingegneri elettronici, informatici, matematici e tecnici del settore microelettronico, si vedranno catapultati nel baratro della mobilità (e con loro altri 367 colleghi delle altre sedi di Micron, per un totale di 419 esuberi dichiarati sul territorio nazionale su un totale di 1100 lavoratori presenti ad oggi).

Dal 21 Gennaio 2014, data di apertura della procedura di mobilità, più volte la vertenza Micron é riuscita ad arrivare all’attenzione pubblica: se ne é parlato sulla stampa nazionale ed estera, sui TG nazionali e locali, in talk show come La Gabbia, Servizio Pubblico, TV7 e La Vita in Diretta che hanno dato voce ai lavoratori; lo stesso Segretario Generale della FIOM, Maurizio Landini, si é fatto portavoce in prima persona della questione presso trasmisioni come Che Tempo Che Fa e Piazzapulita; perfino al livello internazionale il segretario generale Jyrki Raina del sindacati internazionale dei lavoratori  IndustriALL Global Union ha giudicato inaccettabile il comportamento intransigente della Micron in una sua lettera ai segretari nazionali di categoria – Maurizio Landini (Fiom-Cgil), Giuseppe Farina (Fim-Cisl) e Rocco Palombella(Uilm-Uil). Sono stati organizzati presidi, cortei, manifestazioni presso i siti dell’azienda, presso le sedi Istutuzionali delle Regioni e del Ministero dello Sviluppo Economico.

In poco più di dieci mesi l’Italia ha scoperto di avere sul suo territorio delle eccellenze, delle competenze, delle professionalità in un settore strategico a livello mondiale come la microelettronica e i dispositivi di memoria che forse neanche immaginava; si é resa improvvisamente conto che la paternità della ricerca e sviluppo di componenti presenti nei gioiellini tecnologici che tutti amano o bramano avere in tasca, gli smartphone, é in parte di concittadini italiani, di concittadini della Campania e del Mezzogiorno.

L’eventualità di perdere questi “cervelli”, questa ricchezza intellettiva, l’unica da cui ripartire per il rilancio del Paese, ha smosso anche gli ambienti accademici: un confronto e una discussione sulla situazione si é aperta tra lavoratori, OO.SS., Istituzioni ed Università, che avuto il suo culmine nel Convegno organizzato alla Facoltà di Ingegneria della Federico II di Napoli, dal titolo “Stop alla fuga di Cervelli”.

Tutto ciò fino ad oggi non é servito però a cambiare le intenzioni della multinazionale americana Micron, che ancora convintamente spinge per gli esuberi.

Anche la Regione Campania (insieme con la Lombardia e Sicilia, che ospitano le altre sedi Micron) é stata presente ed in costante contatto con lavoratori e OO.SS.

In sostanza tutti hanno dichiarato piena solidarietà ed hanno promesso sostegno in tutte le sedi e nelle forme opportune.

Purtroppo per quel che riguarda la Regione Campania la disponibilità si é fermata alle chiacchiere, a mere e semplici parole, che non hanno trovato finora alcuna concretizzazione nei fatti.

Le promesse sono rimaste tali in tutte le sedi in cui la Regione Campania avrebbe dovuto prendere una posizione chiara e forte:

–        come ad esempio al tavolo nazionale della microelettronica presso il Ministero dello Sviluppo Economico, in occasione del quale non ha portato alcuna evidenza riguardante lo stanziamento di fondi regionali a sostegno del settore microelettronico, che andassero nella direzione di disincentivare gli esuberi annunciati e andassero a salvaguardare un così importante comparto in Campania. A quello stesso tavolo invece le Regioni Lombardia e Sicilia hanno gia’ avuto incontri interlocutori con le OO.SS. finalizzati alla creazione di consorzi in cui fossero presenti big players del settore e PMI locali dichiarando stanziamenti di 200 e 250 milioni di Euro rispettivamente per il finanziamento di progetti sul settore;

–        é venuta meno nello sforzo finalizzato all’avvio di un tavolo regionale della microelettronica, in cui incentivare e proporre investimenti per lo sviluppo di realtà industriali e produttive dell’hi-tech, che in una regione come la Campania, flagellata dalla cronica carenza di lavoro, sarebbero oasi nel deserto.

–        ha disatteso ad oggi l’impegno – preso in prima persona dal Governatore Stefano Caldoro in un incontro con una delegazione composta dalle Segreterie Territoriali di FIOM e UILM, dalle RSU in occasione del Convegno “Strategy for Growth” presso la Mostra d’Oltremare – di istituire un tavolo di discussione sulla crisi Micron, che vedesse coinvolti gli Assessorati al Lavoro (dott.Nappi), alle Attività Produttive (dott.Martusciello) e alla Ricerca Scientifica (prof. Trombetti), allargandolo a tutte le aziende del comparto presenti sul territorio;

–        si é dimostrata poco pronta ed incapace ad intercettare ed inserire nella vertenza Micron il big player nazionale della microelettronica, ST Microelectronics, presente sul territorio con una sede ad Arzano ed un’altra a Marcianise e da cui i lavoratori oggi in esubero provengono, al fine di pianificare concordemente una politica industriale del settore, salvaguardando i livelli occupazionali del comparto, partendo da figure professionali altamente qualificate già presenti sul territorio;

–        non e’ presente tra i distretti industriali individuati dall’Assessorato alla Ricerca quello strategico della Microelettronica/Elettronica/ICT, nonostante l’appello proveniente anche dal mondo universitario, manifestando una scarsa attenzione ad investire su settori ad alto tasso di innovazione, rinunciando a porre in essere strumenti attrattori di imprese in grado portare big player del settore microelettronico in Campania, come Samsung, Intel, Sk Hynix e lasciando che i cervelli di questa terra vadano all’estero a lavorare per loro e farli arricchire, piuttosto che rimanere nella propria terra e restituire con enorme valore aggiunto quanto le comunità locali hanno investito sulla loro formazione.

Ancora in attesa, oggi 122 lavoratrici e lavoratori di un settore così strategico, insieme con le loro famiglie,  vedono la propria condizione dimenticata dalla Regione Campania, la loro storia derubricata a pavoneggianti chiacchiere da salotto.

Anche questa volta la realtà dimostra che nei Palazzi si parla, fuori dai Palazzi la gente lotta e soffre per la sopravivvenza, orfana di qualunque sostegno istituzionale.

Noi RSU insieme alle lavoratrici ed i Lavoratori Micron della sede di Arzano chiediamo dunque con forza ed estrema urgenza:

–        Alla Regione Campania di farsi parte attiva nella faccenda attraverso lo stanziamento di fondi necessari al rilancio del settore ed evitare di limitarsi solo alle parole ed apparizioni. Chiediamo infatti di riappropriarsi del proprio ruolo e di dare un forte e tangibile segno di impegno, volto a fare qualunque sforzo per evitare che la Campania perda altri 52 lavoratori, venga nuovamente ed ulteriormente depauperata di professionalità e competenze.

–        Alla Micron di darci dignita’ attuando politiche di ricollocamento delle risorse sui loro territori di appartenenza che mirino a rilanciare i siti stessi (Zero Esuberi). Un’azienda straniera che ha usato e depredato dal territorio italiano soldi, know-how, brevetti, tecnologia e portafoglio clienti, deve trattare con le persone offrendo adeguate alternative lavorative di ricollocamento di professionalita’ a tuttora ritenute dall’azienda stessa eccellenze di settore.

–        Alla Presidenza del Consiglio di attivare un tavolo di discussione urgente con lo scopo di  adeguare le politiche strategiche per la Microelettronica. L’Europa ha stabilito che la Microelettronica, in quanto tecnologia abilitante, e’ necessaria per favorire un’economia intelligente, sostenibile e solidale. L’Italia deve attuare le necessarie strategie per mappare le richieste europee e riprendere il passo con Francia, Germania ed Inghilterra che gia’ sono avanti nel definire le loro strategie di settore.

Noi Lavoratori altamente qualificati, Cittadini dello Stato Italiano, Persone non possiamo piu’ aspettare.

E’ finito il momento dei tavoli di discussione, da oggi bisogna passare ai fatti!

Rsu Micron Arzano

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