E’ iniziato oggi al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il processo che vede imputati i titolari di un’azienda di saldatura di San Marco Evangelista per i reati di estorsione e danneggiamento ai danni di un lavoratore ghanese che, secondo la locale Procura, sarebbe stato vittima di sfruttamento lavorativo. Un procedimento pilota visto che nell’ordinamento penale italiano non esiste una norma ad hoc che punisca lo sfruttamento del lavoro altrui, ma solo il delitto di intermediazione illecita di manodopera che serve ad arginare il fenomeno del cosiddetto “caporalato”, che colpisce soprattutto immigrati.

Il caso di Alex, nome del ghanese persona offesa dal reato, è però diverso, ed assomiglia maggiormente alla situazione di tanti italiani costretti a lavorare nella precarietà e con retribuzioni minime: Alex, infatti, ha accertato la Procura della Repubblica di Santa Maria, non è stato reclutato alla giornata, ma nel febbraio 2011 iniziò a lavorare senza contratto presso l’azienda casertana essendo in possesso di un regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari. Subito però si trovò costretto ad accettare condizioni negative, in particolare a lavorare per 10 ore al giorno, dalle 8 alle 18, con un salario giornaliero di 20 euro. Senza una motivazione e senza preavviso, dopo appena 48 giorni, nell’aprile dello stesso anno, fu mandato via e gli fu data solo una parte del salario pattuito, pari a 400 euro rispetto ai 980 che l’azienda avrebbe dovuto pagargli. Più volte Alex ha cercato di recuperare quanto gli spettava, recandosi presso i datori di lavoro, subendo minacce e la distruzione della sua bicicletta. In un’occasione, ha raccontato il ghanese nella prima denuncia presentata ai carabinieri e al Centro Sociale Ex Canapificio di Caserta che lo assiste legalmente (tramite l’avvocato Francesco Vicino, ndr) il figlio dell’ex datore, dopo avergli puntato una pistola al viso, gli avrebbe urlato: “Ricordi cosa è successo ai tuoi fratelli a Castel Volturno? Se non vuoi fare la stessa fine, non tornare più a chiedere i soldi”. Il processo davanti al collegio della seconda sezione penale è stato rinviato al settembre prossimo.

 

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