Si riapre il sipario….le luci si riaccendono ed ecco in scena l’ennesimo spettacolo della 3° Rassegna Teatrale “Teatro d’Amatore” organizzata dall’Associazione Alifana ArTeatro. L’appuntamento è per domenica 30 marzo alle ore 20.00 con un intramontabile classico del repertorio di Scarpetta: “O Miedeco d’è pazze”.
La performance teatrale è portata in scena da un habitué della rassegna il bravissimo ed apprezzatissimo attore casertano Enzo Varone. Enzo inizia la sua carriera di professionista nel 1990 con un crescente susseguirsi di successi ed esperienze lavorative prestigiose (con Sergio Solli, Gino Cogliandro, Maria Bolignano Mario Brancaccio e Olimpia Di Maio). Nel 2007 è protagonista, con Maurizio Casagrande, dello spettacolo Io speriamo che me la cavo. Interpreta “Dante” nello spettacolo de L’Inferno di Dante nelle grotte a Pertosa dal 2006. E’ ideatore e direttore artistico del premio di cabaret “F.lli De Rege – città di Casagiove”.
Mattatore dello spettacolo nonché compagno di scena dello stesso Enzo Varone è Gennaro Morrone altro apprezzatissimo attore dello scenario napoletano. Questi, infatti, ha lavorato in teatro con Saverio Mattei, Pupella Maggio, Sergio Solli, Mario Scarpetta, Benedetto Casillo, Gigi Savoia, Dino Verde e Antonio Allocca. In televisione ha partecipato a diversi programmi di successo quali Maurizio Costanzo Show e Buona Domenica, Fantastico con Massimo Ranieri e Anna Oxa, Avanspettacolo con Franchi ed Ingrassia, Ambasciatori del regno di napoli con Dino Verde, Lina Sastri, Peppino di Capri, Aldo e Carlo Giuffrè, La Squadra con Massimo Wertmuller. Ha partecipato anche a diversi programmi radiofonici e, al cinema, ha preso parte a Il mostro di e con Roberto Benigni e L’avvocato De Gregorio con Giorgio Albertazzi.
La particolarità di questo spettacolo è quella di vedere in scena solo 5 attori, tutti maschi, sottoposti a continui cambi d’abito e impegnati a sostenere tutti i ruoli, compresi quelli femminili! La trama della commedia è nota a tutti e vede come sempre protagonista della pochade di Scarpetta l’ormai conosciuto Don Felice Sciosciammocca. In questa storia Don Felice giunge a Napoli con la moglie per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo che vive in città proprio grazie ai soldi dello zio. Invece di laurearsi in psichiatria, Ciccillo perde tutti i suoi averi al gioco. Quando lo zio Felice e la consorte decidono di andare a Napoli per visitare la “clinica dei pazzi” del nipote, si innesca un’esilarante girandola di equivoci in cui nessun personaggio gioca il ruolo effettivo di “pazzo”.