“Chi ha più forza quello spara; dove ci vuole la politica c’è mio fratello Nicola, dove ci vogliono i soldi ci sto io e dove ci vuole la forza c’è pure la forza”: furono le parole rivolte, secondo l’accusa, da Giovanni Cosentino, fratello di Nicola, a Luigi Gallo, l’imprenditore che stava cercando di impiantare un distributore di carburante a Villa di Briano (Caserta) e perciò concorrente dell’ex parlamentare del Pdl e dei familiari di quest’ultimo. L’episodio risalirebbe al 2002, quando, incontrando Giovanni Cosentino in un bar, Gallo gli avrebbe chiesto i motivi di “tanta cattiveria” mostrata nei suoi confronti. Nella misura cautelare il tentativo di Gallo di aprire un distributore di carburanti è analizzato nei dettagli: il progetto, abbandonato agli inizi degli anni Duemila in seguito alle numerose difficoltà insorte, tra cui la revoca dell’autorizzazione da parte del Comune, venne ripreso dopo il 2008, quando fu varata la legge che liberalizzava l’apertura dei punti vendita.
Luigi Gallo fece ripartire i lavori, ma si trovò di nuovo in enormi difficoltà: i fratelli Pasquale e Antonio Zagaria gli imposero una propria ditta per il completamento dell’impianto, con costi esorbitanti e materiali scadenti; le industrie produttrici di carburanti rifiutarono di sottoscrivere accordi con lui; i fratelli Cosentino, secondo l’ipotesi accusatoria, si offrirono di entrare in società ma a condizioni inaccettabili, come quella di diventare proprietari del suolo. Luigi Gallo, di conseguenza, è andato in rovina. A Giovanni Cosentino, tra l’altro, viene contestato anche il reato di calunnia nei riguardi di Luigi Gallo: l’accusa si riferisce a una querela nella quale, nel novembre del 2012, il fratello dell’ex parlamentare “accusava, ingiustamente e sapendolo innocente, Gallo di averlo diffamato e calunniato”. Alla querela era allegata una registrazione fatta dall’altro indagato Enrico Reccia all’insaputa di Gallo, nella quale quest’ultimo si sfogava contro le vessazioni subite dalla famiglia Cosentino. Lungi dal costituire un elemento di accusa nei confronti di Gallo, sottolinea il gip, la registrazione si è rivelata “un boomerang” per Cosentino.