CAPODRISE. Iniziative tese a valutare ogni forma di gestione delle attività equivalenti vicine e di nuove tipologie commerciali e produttive. Iniziative di rilancio dell’area in tutte le forme consentite. Eventuali agevolazioni fiscali e ottimizzazione delle infrastrutture. Salvaguardia dei livelli occupazionali con tutti gli strumenti previsti dalla legge. E, infine, coinvolgimento nella vertenza della Regione e del Ministero. Si snoda in cinque punti la delibera approvata, all’unanimità, dal consiglio comunale di Capodrise, convocato giovedì sera, per discutere della crisi occupazionale di “Mercatone Uno” e dell’intero agglomerato commerciale de “I Giardini del Sole”, in via Retella. In quasi tre ore di dibattito, da più parti si è levato il giudizio negativo rivolto alla proprietà, che ha disertato la seduta. Il sindaco Angelo Crescente e l’assemblea hanno anche stigmatizzato l’assenza dei consiglieri Regionali. Alla discussione hanno partecipato, invece, tra gli altri, l’assessore provinciale Gianpaolo Dello Vicario, il sindaco di Marcianise, Antonio De Angelis, quello di San Nicola La Strada, Pasquale Delli Paoli, di Recale, Patrizia Vestini, e di Macerata, Luigi Munno. Hanno, poi, preso la parola i consiglieri comunali Giuseppe Fattopace e Giuseppe Glorioso e l’assessore Sossio Colella. Hanno chiesto, infine, di intervenire Giovanni Capobianco di Rifondazione comunista, Angelo Andrea Cecere, segretario dell’Udc, una portavoce dei dipendenti del punto vendita e le forze sindacali. «L’intera area commerciale – ha affermato Crescente nella relazione introduttiva – rappresenta ancora un bacino di crescita appetibile per la sua localizzazione strategica e per le intrinseche potenzialità di crescita, nonostante la spietata concorrenza dei grossi centri commerciali vicini in controtendenza rispetto alle nuove strategie commerciali che sono già state adottate oltreoceano. Prova ne è l’eccessiva cannibalizzazione di nuovi operatori commerciali che subentrano a quelli preesistenti. Basta crederci e resistere se si vuole scongiurare la desertificazione commerciale del nostro territorio, che dopo essere stato depredato delle sue risorse economiche rischia di ritrovarsi solo con delle carcasse vuote, ultimo residuo di una architettura post-commerciale che ha vissuto tempi migliori in un passato – ha concluso – non troppo lontano».