Scambi di favori con imprenditori. Questa in sostanza l’accusa con cui l’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio andrà a processo a Roma. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal gup di Roma Giulia Proto con l’accusa di finanziamento illecito dei partiti. Il processo è stato fissato per il 29 settembre prossimo. Con l’ex ministro sarà giudicato il fratello Marco, già senatore e anche lui esponente dei Verdi. A processo anche imprenditori e uomini di affari che, secondo l’accusa, avrebbero messo a disposizione dei politici passaggi in elicottero, vacanze e l’acquisto di un terreno nella zona del lago di Bolsena per la costruzione di un agriturismo mai realizzato. Per tutti cade invece, perché il fatto non sussiste, l’accusa in relazione al pagamento delle utenze telefoniche riconducibili all’ex esponente dei Verdi e al suo staff. Oltre a Pecoraro Scanio e il fratello, a processo anche gli imprenditori Mattia Fella, all’epoca dei fatti consigliere delegato della società di viaggi ‘Visetur’, Gualtiero Masini, Francesco Ferrara, e l’ex autista del ministro Cosimo Ventruti, il perito tecnico Gianfranco Chiavani e Vincenzo Napoli. L’indagine su fatti che risalgono a sei anni fa era stata spostata dalla Procura di Potenza a quella di Roma nel corso del 2008. L’allora pm di Potenza Henry John Woodcock aveva indagato su presunti “favori” ottenuti da imprenditori in cambio di appalti. I “favori” cui fa riferimento la procura sarebbero il pagamento il pagamento di fatture per trasferimenti in elicottero, di vacanze private in Italia e all’estero e l’acquisto di un terreno destinato ad essere utilizzato per l’edificazione di un agriturismo biologico mai realizzato. Assolti invece “perchè il fatto non sussiste” Carlo Pangia, della società ‘Undicidue’, e Marco Gisotti, della ‘Modus Comunicazionè, accusati di avere fornito diverse utenze cellulari.

 

 

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