E’ durato circa un’ora e mezzo l’interrogatorio del prefetto di Benevento Ennio Blasco, agli arresti domiciliari per corruzione nell’ambito di un’inchiesta si certificati antimafia per istituti di vigilanza privata. Blasco, accompagnato dagli avvocati Gaetano Aufiero e Amedeo Di Pietro, ha consegnato al gip Giovan Francesco Fiore e ai sostituti Elia Taddeo e Roberto Patscot una memoria difensiva per spiegare spese e regali che la procura di Avellino gli contesta nel rapporto con gli imprenditori del settore sicurezza Carmine e Carlo Buglione e il cognato di questi, Ernesto Caliendo, anche loro ai domiciliari. I legali presenteranno istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame. Uscito provato dal confronto con i magistrati, il prefetto ha raggiunto il domicilio di Avellino dove sta osservando la misura cautelare disposta martedi’ scorso. E la decisione del Riesame sara’ importante anche per il ministero dell’Interno che dovra’ stabilire se sospendere o meno il funzionario e nominare un nuovo prefetto per Benevento. Blasco, per l’accusa, all’epoca in cui era prefetto di Avellino, tra il 2008 e il 2011, avrebbe ritardato l’emissione di un’interdittiva antimafia per le societa’ dei Buglione in cambio di regali. L’indagine scaturisce dall’inchiesta condotta dalla procura di Nola sul sequestro di uno dei fratelli imprenditori, Antonio Buglione, anche lui indagato.