“Le persone sono buone anche dopo la morte”. Queste le significative parole di Don Marcello Gallo in occasione dei funerali di Rita Santillo nella chiesa di Don Bosco svoltisi nella mattinata di oggi . “Rita era la bontà incarnata” ha detto il sacerdote nel corso dell’omelia per ricordare la figura della cinquantenne di Piedimonte Matese deceduta a causa di una devastante emorragia cerebrale nell’ospedale Rummo. L’espianto di alcuni organi vitali di Rita (cornee,fegato e reni) “aiuterà il prossimo”, come ha detto il nipote Alessandro Ferrante, sarà decisivo per salvare alcune persone. Una chiesa gremita a testimoniare la vicinanza ai familiari, l’affetto e la stima verso Rita, con una solida fede radicata nella sua vita terrena, come ha evidenziato Don Gallo, cugina della cinquantenne morta alla vigilia di Pasqua. Il sacerdote ha richiamato l’estremo gesto di solidarietà di Rita pochi secondi prima della preghiera del Padre Nostro che è “datore del dono della vita”. “Un esempio quello di Rita che ci sprona, ci deve far riflettere” ha aggiunto Don Gallo che in un’appassionata, commossa omelia ha ricordato i valori di onestà, bontà e pazienza di Rita ricordata, tra le lacrime, da una rappresentante del comitato di pellegrinaggio di San Pio ed a nome dei parenti da Alessandro Ferrante: “Cara dolce zia Rita, non è semplice dire addio al tuo sorriso, alla tua voglia di vivere, al tuo entusiasmo per ogni cosa e creatura di Dio. Non è facile allontanarsi da te,pensare di non poter rivedere i tuoi semplici ma importanti gesti quotidiani e non è giusto pensare che la tua luce si è spenta così all’improvviso. E’ semplice però credere che la tua gioia è viva,è viva nel tuo ricordo, nei tuoi occhi donati per amore del prossimo, quel prossimo a cui hai sempre teso le tue mani forti e calde. Dai tuoi occhi verdi sarai luce e guida dei nostri passi, dei passi dei tuoi figli a te così tanto cari. Il tuo esempio sarà sostegno al tuo amato marito, dandogli la forza necessaria per affrontare le difficoltà future. A noi tutti dona la tua forza ed il tuo altruismo affinchè possiamo sempre essere vicini ai tuoi cari figli con i quali abbiamo pregato e sperato, fino in fondo, per la tua guarigione. Il tuo gesto più alto però ci insegna che non serve essere santi per fare miracoli, ma è sufficiente continuare a vivere in altre persone e nei nostri cuori.E’ la migliore traccia di sé che si possa lasciare su questa triste realtà terrena.Siamo certi che da lassù ci stai sorridendo con il tuo calore e la tua umiltà che sempre t ha distinta. Oggi non vogliamo darti quindi un addio ma semplicemente un lungo e tenero abbraccio”.
Michele Martuscelli