E’ guerra aperta per il rinnovo dell’Asi di Caserta. Ieri la Regione ha stoppato la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, oggi la controffensiva di ben 13 sindaci che hanno chiesto la convocazione ad horas dell’assemblea per eleggere i vertici del Consorzio. Il cda è scaduto da oltre un mese, ma tra veti, trattative e accordi sopra e sottobanco non si è ancora proceduto al rinnovo. E non è escluso che di questo passo si arrivi al commissariamento dell’Ente. L’altolà di Palazzo Santa Lucia è arrivato all’ultimo secondo, in piena zona Cesarini. Guarda caso dopo l’intesa politica tra il Pd e Nuovo centrodestra, avallata dai primi cittadini, in base alla quale il partito che avesse indicato il presidente avrebbe lasciato tre posti all’altro. La designazione del quinto componente del cda spetta alla Regione. Ma poi l’ingranaggio si è bloccato. E hanno preso il sopravvento personalismi e giochi di potere. A mettere il bastone tra le ruote Fulvio Martusciello. L’assessore regionale alle Attività produttive e candidato alle europee con Forza Italia è intervenuto a gamba tesa per evitare che il suo partito rimanesse a mani vuote. E in base a un appiglio burocratico, del tutto formale, relativo allo statuto dell’Asi, ha impedito lo svolgimento dell’assemblea per la nomina dei nuovi componenti del cda. Da quanto si apprende Martusciello avrebbe trovato sponda in Piero Cappello, attuale presidente dell’Asi scaricato dal Pd, ma spalleggiato dal fratello Enzo, sindaco di Piedimonte Matese e presidente provinciale dei Democrat. Sfumata, già nei giorni scorsi, la sua riconferma Cappello avrebbe aperto l’uscio al dialogo con gli azzurri nella speranza di trovare un’intesa trasversale in grado di mettere assieme la maggioranza dei 25 delegati con diritto di voto su mandato dei sindaci. Da giorni Cappello è in stretto e costante contatto con il consigliere regionale del Nuovo Psi Massimo Grimaldi, che sostiene alle europee proprio Martusciello, oltre che Aldo Patriciello. L’obiettivo è far saltare il tavolo tra Pd e Ncd nella speranza di raggiungere quota 13 (la maggioranza dell’assemblea) per accaparrarsi la presidenza dell’Asi, che sarebbe rimasta a Cappello, e per fare spazio a esponenti di Fi e del Nuovo Psi. Ma il gioco sporco della Regione non è andato giù ai sindaci. Che hanno preso carta e penna per richiedere a Cappello l’immediata convocazione dell’assemblea per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. E visto che Pd e Ncd avrebbero i numeri necessari (13-14) per nominare il cda è probabile che, da un lato Cappello prenda tempo nel tentativo di non convocare l’assemblea, dall’altro Martusciello impedisca che si svolga puntando al commissariamento almeno fino a dopo le amministrative. Dopo il voto infatti potrebbe cambiare il colore politico di qualche comune che va al voto e fa parte del Consorzio. E quindi potrebbero essere stravolto il già fragile equilibrio trovato da Pd e Ncd. Insomma Martusciello vuole rimandare l’elezione del cda in attesa di tempi migliori nell’auspicio che per Fi esca dall’angolo, magari vincendo in qualche comune ora in mano al Pd. E Cappello spera nel miracolo di un suo salvataggio in extremis. Nel mezzo i sindaci che danno battaglia. Ne vedremo delle belle. O delle brutte?
Mario De Michele