Una rete di studio sulle “Terre dei Fuochi” europee. Può essere definito così il fulcro del progetto sull’esposomica, la scienza che studia come l’ambiente modifica il funzionamento del nostro organismo, di cui si sta occupando per l’Italia un gruppo di ricerca guidato da Gennaro Ciliberto, direttore scientifico dell’Istituto Pascale. “In tempi recenti – spiega Ciliberto a margine della seconda giornata di celebrazioni per il decennale del Ceinge – ho cominciato ad occuparmi di questa nuova branca, l’esposomica che cerca di stabilire correlazioni molto rigorose tra gli agenti esterni a cui l’organismo è esposto, quanto questi agenti entrano nel nostro organismo e quanto questi ne modificano poi il funzionamento. In qualche modo possiamo definirlo il contraltare del genoma che questo porta delle informazioni, ma non tutte le malattie sono nel genoma, ci sono quelle influenzate dall’ambiente in tutto l’arco della nostra vita”. Per ambiente esterno si intende principalmente inquinamento: “Si può trattare – spiega Ciliberto – di metalli pesanti come il piombo o il cadmio o di diossine che si accumulano, o anche di metaboliti come per il fumo. Tutto questo all’estero è già studiato da alcuni gruppi e io con un piccolo team dell’epidemiologia del Pascale, sottodimensionato e che andrebbe potenziato, abbiamo stabilito alcuni contatti internazionali con gruppi di ricerca in Europa per elaborare un progetto di esposomica dedicato alle Terre dei Fuochi in ambito europeo”. Lo studio allargato comprende la Grecia, “con una zona – dice Ciliberto – vicino Salonicco dove ci sono delle discariche di materiale tossico che anche lì sono state scoperte di recente, ma anche con dei gruppi in Svezia e Belgio, perché anche lì si studiano questi aspetti legati a zone inquinate. In ogni paese ci possono essere, anche per motivi industriali, delle zone particolarmente inquinate e quindi è lecito chiedersi a livello internazionale quanto questo inquinamento può portare a delle malattie delle popolazioni”. Il gruppo di studio ha anche fatto la richiesta per accedere a dei finanziamenti europei per la ricerca: “Spero – aggiunge Ciliberto – che anche i nostri enti finanziatori in Italia possano pensare a fondi dedicati a progetti specifici, perché mira a dare delle risposte e quindi fa il bene della popolazione”.