“Credo che ‘luogo comune’ o ‘conformismo’ sia giudicare un lavoro senza averlo visto. La maggior parte delle persone che hanno criticato la serie non sanno di cosa si tratta, non hanno visto tutto il percorso e, per loro stessa ammissione, non hanno visto nemmeno i due primi episodi proiettati durante l’anteprima. Abbiamo raccontato la complessità di questi territori”. Lo dice al Mattino lo scrittore Roberto Saviano a proposito della serie tv Gomorra cui ha collaborato e che va in onda da questa sera. “Da noi – prosegue – accade l’inverosimile. È come se Albuquerque, in New Mexico, si fosse ribellata al successo di Breaking Bad. Come se Medellin si indignasse per la serie su Pablo Escobar. Non c’è scandalo, non c’è vergogna: è racconto, e dal racconto si riparte. La serie Gomorra racconta la vita, le contraddizioni, i sentimenti, la ferocia di un territorio, che è anche altro, ma ci si sofferma su un segmento significativo, che la cronaca ha sfiorato e poi abbandonato. Albuquerque – spiega Saviano – non è solo sintesi di droghe chimiche, la Colombia non è solo cocaina e Scampia non è solo camorra, ma il territorio non può dimenticare Paolo Di Lauro, la cui ombra è ancora terribilmente presente”.

 

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui