L’ostinazione a restare incollati alla poltrona, di fronte alla forte, chiara e inequivocabile presa di posizione del Ministero dell’Interno, fa riflettere sulle motivazioni reali che spingono Di Santo, la sua giunta ed i consiglieri di maggioranza a non dimettersi restituendo a Sant’Arpino e ad i santarpinesi la dovuta dignità.
A seguito del patteggiamento del reo confesso Eugenio Di Santo, condannato ad un anno e sei mesi per aver tentato di corrompere l’imprenditore Francesco Mottola, aggiudicatario del servizio di refezione scolastica, è intervenuto, infatti, il Ministero dell’Interno. Con nota prot. N. 8062 del 23/05/2014 il Dipartimento ministeriale per gli affari territoriali ha messo in evidenza due aspetti determinanti per questa vicenda che costituisce ormai un vergognoso caso unico in Italia. Le parole d’ordine della nota sono: decadenza e incandidabilità.
In sintesi:
1) DECADENZA – data la sentenza della Corte di Cassazione, n. 11140 del 27-07-2002, Di Santo non sarebbe legittimato a ricoprire la carica elettiva visto che la citata sentenza ha come fine quello di impedire l’assunzione di pubblici uffici, ancorché elettivi, da parte di soggetti che a qualunque titolo siano rimasti implicati, al punto di riportarne condanna alla pena della reclusione, nella commissione di illeciti penali commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione.
2) INCANDIDABILITÀ – alla luce di un altro principio della legge Severino, quello dell’incandidabilità: “La fattispecie delittuosa in esame – e precisamente il combinato disposto degli articoli 56 (delitto tentato) e 319 quater (induzione indebita a dare o promettere utilità) – ove la sentenza sia divenuta definitiva, appare rientrare fra i casi di incandidabilità“, oltre a decadere, Di Santo non si potrebbe mai più presentare a nessun tipo di competizione elettorale.
Siamo sicuri che Sant’Arpino, insieme a Venezia e Milano, sarà campo di applicazione delle novità che il presidente Matteo Renzi sta preparando insieme all’Autorità per l’Anticorruzione, rappresentata da Raffaele Cantone.
Usando le parole del premier, noi giovani democratici rivolgendoci a Di Santo diciamo: “dato che sei stato beccato e hai confessato i reati commessi ci fai la cortesia, tu esattamente TU, nella Pubblica Amministrazione non ci metti più piede!!! GLI amministratorI di qualsiasi colore politico che rubaNO devONO andare a casa a calci nel sedere. Ci sono ladri e persone perbene, noi siamo dalla parte delle persone perbene“
I Giovani Democratici di Sant’Arpino